giovedì, Marzo 28, 2024

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Sanremo Giovani, conosciamo meglio Shari – INTERVISTA

A tu per tu con la giovane artista friulana, in gara a Sanremo Giovani 2019 con il brano “Stella”

Mancano pochissime ore per il debutto di Shari Noioso a Sanremo Giovani, cantautrice classe 2002 che ricordiamo per la sua partecipazione alla seconda edizione italiana di “Tù sì que vales”, oltre che per la recente collaborazione con Benji & Fede nel singolo “Sale” (qui la nostra recensione). Si intitola “Stella” il brano con cui cercherà di convincere sia il pubblico che la supergiuria di Sanremo Giovani 2019, per aggiudicarsi uno dei cinque posti in palio per la settantesima edizione del Festival della canzone italiana.

Ciao Shari, partiamo da “Stella”, brano con cui partecipi alla finalissima di Sanremo Giovani 2019, cosa racconta?

«Racconta dell’amicizia con una persona che non c’è più, parla delle cose che mi ha lasciato, dei bei ricordi che conservo di lei, senza sottolineare troppo il lato triste di quello che è accaduto, perché nel momento in cui ho scritto questo brano ho cercato di trovare solo la luce in fondo al tunnel, quindi elencare le cose belle che abbiamo vissuto, quelle che resteranno per sempre».

La perdita di una persona cara, un tema importante ma, immagino, molto difficile da mettere in musica. Come sei riuscita a coniugare parole e melodia?

«In realtà non è stata una cosa costruita, di solito quando scrivo i miei testi passo ore e ore a sentire come suonano, a cercare di esprimere un concetto in maniera particolare. In questo caso è stato tutto più semplice, mi sono seduta al pianoforte con l’idea di tirare fuori quello che provavo in quel momento, così è nata in maniera molto naturale questa canzone. E’ stata una cosa venuta da dentro che non sono riuscita a controllare, il testo è molto semplice proprio perché non sono riuscita a crearci qualcosa intorno, avevo il bisogno di descrivere esattamente la sensazione che provavo in quel momento».

C’è una frase che meglio rappresenta questa vostra canzone?

«Anche se è strano da dire credo che “è bello così” descriva esattamente il senso di questo pezzo, solo parole che mi hanno colpito in prima persona, perché uscite in maniera spontanea e non controllata, al punto che inizialmente neanche io avevo capito il senso di una frase del genere in quella determinata circostanza, poi mi sono resa conto che racchiudeva al suo interno l’intero significato del brano».

Il tuo timbro vocale è molto particolare, direi unico. Sono curioso di chiederti se hai lavorato parecchio sulla tua voce o il tuo modo di cantare ti viene abbastanza naturale?

«Mi viene naturale, sin dall’età di sette anni ho sempre cantato così, forse prima la mia voce era più “angelica”, crescendo non ho comunque cambiato il mio modo di cantare, è sempre stato questo».

Come hai scoperto la tua passione per la musica?

«L’ho scoperta per caso e per gioco, perché era la cosa che mi divertiva di più, magari non mi piaceva fare le stesse cose che facevano i miei compagni di scuola, adoravo il “Canta Tu” e il karaoke, da lì ho iniziato a prendere le prime lezioni di pianoforte e l’ho presa più seriamente».

Quali ascolti hanno influenzato il tuo percorso?

«Tra tutti assolutamente Rihanna, l’ascolto praticamente da quando sono nata e tuttora l’apprezzo moltissimo. Le prime canzoni che ho imparato a cantare da piccola erano quelle di Christina Aguilera, mi piacevano i suoi giochi di voce».

Insomma, robette facili! Poi sei cresciuta e ti sei fatta conoscere al grande pubblico attraverso la trasmissione “Tù sì que vales”. Cosa ti ha lasciato di concreto questa esperienza?

«Essendo stata una delle mie primissime esperienze, sono riuscita a concretizzare il mio amore per la musica, tutto quello che avevo fatto in precedenza, la mia crescita e il mio percorso. Sono riuscita a toccarlo con mano, a vederlo con i miei occhi ed a provare emozioni ancora più forti di quelle che pensavo di poter provare. Lì ho capito tante cose».

Di recente con Benji & Fede avete lanciato il singolo “Sale”, cosa ti ha insegnato questa collaborazione?

«Loro mi hanno fatto crescere tantissimo perché, ovviamente, prima della canzone c’è stato tutto un lavoro, hanno sentito i miei pezzi e mi sono stati molto vicini, grazie ai loro consigli ho cominciato a concentrarmi di più sulla scrittura in italiano. Mi hanno aiutata un sacco a credere in me stessa, nelle parole che scrivevo, perché ero ancora un po’ insicura, per cui sono cresciuta tantissimo e per me è stato un bel traguardo».

Quali sono i tuoi progetti in cantiere? Cosa dobbiamo aspettarci dal tuo prossimo futuro?

«Guarda, scrivo ogni giorno una canzone nuova (sorride, ndr), non vedo l’ora di far ascoltare tutto quello che sto scrivendo, di far sentire alla gente chi sono in maniera sempre più completa. Musicalmente parlando, mi riconosco molto nelle ballad al pianoforte, sono sempre stata quella che suonando cerca di emozionare più persone possibili, essendo una persona ipersensibile riesco a tirar fuori  quello che provo senza filtri. Mi identifico molto in questo mood piano e voce, ma mi sto concentrando anche su cose un pochino più movimentate, quindi ci sarà un po’ di tutto».

Come stai vivendo l’attesa per la finalissima di Sanremo Giovani?

«Sono super in ansia, ogni volta che mi ricordano che giovedì ci sarà la finale mi prende un colpo, quindi ti ringrazio per questa domanda (ride, ndr). Ci sta dai, sono davvero molto emozionata, sono felicissima di essere già qui a Sanremo, tutto ha un impatto molto forte su di me, anche solamente passare davanti al cinema e leggere la parola “Ariston”, è bellissimo».

Al di là della vittoria e della conseguente possibilità di calcare il palco dell’Ariston, quale sarebbe per te il riconoscimento più importante di questo Sanremo Giovani?

«Farmi conoscere e far uscire i miei pezzi, come ti dicevo, scrivere canzoni per me è tutto, il fatto di tenerle ancora per me, che la gente non lo sappia, mi sta facendo andare un po’ fuori di testa (ride, ndr). La vittoria più importante sarebbe questa, farmi conoscere attraverso Sanremo Giovani per arrivare a più persone possibili».

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Nico Donvito

Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
Nico Donvito
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