“Sanremo Story”, Nunzio Filogamo lo slogan “Cari amici vicini e lontani”

Sanremo Story Nunzio Filogamo

Sanremo Story: la rubrica che ripercorre le tappe fondamentali del Festival della canzone italiana, attraverso aneddoti e approfondimenti. A cura di Nico Donvito

Per molti il Festival di Sanremo è quell’evento televisivo che catalizza davanti allo schermo per una settimana all’anno, uno spettacolo colorato, uno psicodramma tragicomico collettivo, un carrozzone fiorito stracolmo di cantanti, presentatori e vallette. Negli anni, ne abbiamo lette e sentite parecchie di definizioni, tutte profondamente vere, ma nessuna realmente corretta. Sanremo Story Nunzio Filogamo

Per dare una risposta allo slogan “Perché Sanremo è Sanremo”, è necessario riscoprire la storia di questo grande contenitore che nel tempo si è evoluto, ma senza perdere il proprio spirito. La verità è che il Festival è un vero e proprio fenomeno di costume, la favola musicale più bella di sempre, lo specchio canterino del nostro Paese. Con la sua liturgia, la kermesse non è mai riuscita a mettere d’accordo ammiratori e detrattori, forse in questo alberga la vera fonte del suo duraturo consenso. La rubrica “Sanremo Story” si pone l’obiettivo di raccontare tutto questo e molto altro ancora.

“Sanremo Story”, Nunzio Filogamo e il suo slogan

In molti cadono nell’errore di attribuire la paternità della famosa frase «Cari amici vicini e lontani» al battesimo del Festival di Sanremo. In realtà, Nunzio Filogamo pronunciò questo verso in apertura della seconda edizione, quindi, nel gennaio del 1952. L’anno precedente le tre serate erano rigorosamente a porte chiuse, in radio venivano trasmesse esclusivamente le canzoni in gara.

Per queste ragioni scelse di adottare un linguaggio decisamente meno confidenziale: «Signore e signori, benvenuti al Casinò di Sanremo per un’eccezionale serata organizzata dalla Rai, una serata della canzone con l’orchestra di Cinico Angelini. Premieremo, tra le duecentoquaranta composizioni inviate da altrettanti autori italiani, la più bella canzone dell’anno. I venti motivi prescelti vi saranno presentati in due serate, eseguiti da Nilla Pizzi, Achille Togliani e il Duo Fasano». Che dire? Senza dubbio istituzionale, ma piuttosto efficace.

Sua la prima gaffe della storia della kermesse: intento a premiare gli autori di “Grazie dei fiori”, mancando sul palco soltanto Saverio Seracini, lo invitò ad affrettarsi a raggiungerlo. Nel prendere tempo, definì la categoria deimusicisti come delle «mammolette timide e vergognose». Il direttore d’orchestra lo allontanò dal microfono e annunciò al pubblico che l’autore non sarebbe stato presente, poiché da cinque anni affetto da cecità. Gelo in sala. Diciamo pure che i “figli di”, nel 1989, seppero fare anche di peggio! Scivolone a parte, Nunzio Filogamo era considerato dalla critica e dal pubblico come il presentatore delle buone maniere. Giunto a Sanremo alla soglia dei cinquant’anni, era decisamente una figura ideale per l’occasione, quella più adatta ad aprire le danze e inaugurare un evento di questa portata.

Eppure Nunzio Filogamo era un personaggio molto popolare, un veterano della radio, fino a quel momento apprezzato più come attore di prosa che come conduttore. Divenuto celebre per aver dato voce ad Aramis ne “I quattro moschettieri”, nel 1950 era diventato padrone di casa di una trasmissione dedicata ai dilettanti, intitolata Il microfono è vostro. Contenitore che era solito inaugurare proprio con la frase di apertura divenuta poi celebre grazie al Festival.

Esclusa la prima edizione, Filogamo decantò sul palco del Casinò il famoso verso «Miei cari amici vicini e lontani, buonasera ovunque voi siate» per un totale di quattro volte: nel triennio dal 1952 al 1954 e nel 1957. Fu allontanato successivamente dal ruolo poiché, con l’avvento della televisione, la sua presenza era ritenuta poco adatta ai canoni del piccolo schermo.

Tale assenza suscitò un sentimento di ribellione da parte del pubblico più affezionato al presentatore, al punto da minacciare di mettere in atto una singolare forma di protesta. Un gruppo di bizzarri estremisti, annunciò di voler compiere un malaugurato gesto per portare sfortuna all’edizione priva del loro beniamino, inondando la sala di gatti neri all’inizio della prima serata. Questa stramba intimidazione mise comunque in allerta la polizia, che circondò il Casinò per evitare che tutto ciò si realizzasse.

Filogamo prese decisamente meglio la sua estromissione, o almeno senza la benché minima protesta, con stile e con la sua solita eleganza. Chiuse i battenti con la Rai nel 1963, dimettendosi dagli incarichi. Negli anni ricordò l’edizione del suo debutto definendola garbata, senza invidie e senza scandali, improntata sulla semplicità. In effetti, possiamo considerarla universalmente come l’unica annata nella storia della manifestazione priva di polemiche, senza alcuno spirito di competizione tra i cantanti.

Sotto molti aspetti, aleggiava ancora un’atmosfera candida e immacolata. Ritiratosi gradualmente a vita privata, Nunzio Filogamo ci lasciò nel gennaio del 2002, all’età di novantanove anni. Se ci sforziamo un pochino, possiamo riuscire ancora a sentire il suo slogan riecheggiare nell’etere…

Scritto da Nico Donvito
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