Sarah Toscano, la recensione di “Amarcord”
Tra i protagonisti di Sanremo 2025 ci sarà anche Sarah Toscano: ecco la nostra recensione di “Amarcord”, brano che segna la sua prima partecipazione in gara al Festival
Debutta a Sanremo Sarah Toscano, lo fa con un pezzo che si intitola “Amarcord”, scritto e composto con Jacopo Ettorre, Federica Abbate, Merk & Tremont, Leonardo Grillotti ed Eugenio Maimone.
Dopo aver anticipato il nostro giudizio con le consuete pagelle realizzate dopo l’ascolto in anteprima riservato alla stampa, approfondiamo il senso e il suono della canzone.
Sarah Toscano, la recensione di “Amarcord”
Il debutto di Sarah Toscano a Sanremo è, senza dubbio, uno di quelli che farà ricredere chi aveva qualche pregiudizio nei suoi confronti. In un’edizione del Festival che, come sempre, è un crocevia di talenti di più generazioni, Sarah emerge con tutta la sua giovane età e con un brano che non solo si distingue, ma che fa piacere ascoltare dall’inizio alla fine.
“Amarcord” è la canzone giusta per il suo esordio, una proposta che riesce a esprimere la sua personalità musicale in maniera forte e chiara, forse più dei pezzi pubblicati finora. La giovanissima artista, classe 2006, ha dimostrato di avere già una visione precisa della sua carriera e, come ci aveva confessato qualche mese fa in un’intervista, ha deciso di provare a salire sul palco dell’Ariston solo con il pezzo giusto. Un atteggiamento che, in un mondo musicale dove troppo spesso si corre dietro a facili successi, si rivela essere apprezzabile e piuttosto maturo.
Il titolo stesso, richiama un’immagine forte e densa di significato. Il riferimento al celebre film di Fellini non è casuale. La canzone, infatti, gioca con gli stessi contrasti tra passato e presente, chiari e scuri che non appaiono mai forzati, grazie alla struttura del pezzo che giocare su mood emotivi e registri diversi.
L’arrangiamento risulta di forte impatto: in apertura un giro di piano, leggero e incantato, sembra richiamare il suono di un carillon, una melodia che fa da sfondo e che ritorna nel pezzo, accompagnando un testo che alterna leggerezza e malinconia. La presenza degli archi, poi, dona una dimensione magica e quasi barocca alla canzone, richiamando l’eleganza del Rondò Veneziano, ma allo stesso tempo rendendola moderna grazie alla cassa in quattro che dà un ritmo più deciso e contemporaneo. Questa fusione tra suoni più classici e una ritmica moderna conferisce al brano una connotazione degna di nota e bell’effetto sorpresa.
Il punto di riferimento che viene naturale fare è “Femme fatale” di Emma, un pezzo che gioca con lo stesso contrasto tra mondi musicali apparentemente lontani. Entrambi i brani si muovono su montagne russe sonore, spostandosi tra momenti più delicati a esplosioni di pura energia, proprio come il testo che accompagna la melodia. La forza di “Amarcord” sta nel fatto che, pur avendo una struttura musicale non facilissima, riesce a risultare facilmente fruibile e piacevole al grande pubblico.
Sarah Toscano dimostra così di non essere una semplice promessa, ma di essere avere già le idee chiare, nonostante la giovanissima età. “Amarcord” è una canzone che non solo merita di calcare il palco dell’Ariston, ma che segna anche un’importante svolta nel suo percorso, rispetto a ciò che ha proposto sia durante che dopo Amici. Insomma, a Sanremo bisogna andarci con il pezzo giusto e Sarah ha centrato l’obiettivo.