giovedì 10 Ottobre 2024

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Scrivere una canzone perchè sia una hit: giusto o sbagliato?

Scrivere in funzione di… è giusto o no?

Quante volte ascoltando un brano abbiamo la chiara e inconfutabile sensazione che non dica nulla ma che radiofonicamente sia impeccabile? Quante volte ci capita di ballare o saltare sotto un palco o cantare a squarciagola in macchina una canzone che non alcun merito se non quello di essere funzionale al momento, alla stagione, all’aspettativa del mercato musicale attuale? Ebbene, io credo che questo capiti più o meno a tutti e anche con abbastanza frequenza.

Ma la domanda è: è giusto o no scrivere una canzone appositamente perchè sia una hit pur rinunciando alle proprie aspirazioni artistiche, ai propri contenuti, alla propria personalità, ai propri gusti? E’ un’interrogativo a cui è difficile trovare una risposta univoca anche perchè va a comprendere stati e storie personali ed emotive che solo chi vive certe situazioni può comprendere fino in fondo. E’ lodevole pensare di poter vivere di musica e, tra l’altro, della musica che piace a sè stessi. Ogni tanto, forse, è giusto (obbligatorio, sicuramente) scendere anche a dei compromessi. Ma quanto in fondo si può scendere? Lascio a voi la risposta…

La riflessione mi è stata suggerita dalla seconda puntata di Auditions andata in onda in quel di X-Factor 12 dove una giovane e fresca band, i Novel, un gruppo di quattro giovani ragazzi di Verona e Reggio Emilia che da qualche anno si dilettano a scrivere brani propri e a ri-arrangiare i grandi successi italiani che più amano nel proprio stile. Al tavolo dei giudici dello show del “fattore x” hanno proposto quella che hanno definito “una hit estiva che si intitola Gigabyte“.

Novel

Riportiamo qui una parte del testo del brano ascoltato:

Ogni estate sei più bella
come quelle della pubblicità
macchina piena
se partiamo alle tre di notte
il casino lo evitiamo
passiamo l’estate sperando che duri in eterno
sul bagnasciuga che sorridi al sole
con le tue gambe da fotografare
sei giorni di fuoco da documentare
mai poi non ho più spazio sul cellulare
e adesso come faccio a far vedere che ero al mare
volevo farmi un altro selfie prima che sia settembre
sei sulla mia memoria ormai anche se non ho gigabyte

Bene ma non benissimo direbbe qualcuno. Tant’è che i giudici al tavolo si sono trovati particolarmente divisi nella scelta da prendere. Fedez e Mara Maionchi hanno detto “si”, con l’appoggio di tutto il pubblico, e la nota discografica ha puntualizzato il fatto che “avete fatto una canzonetta con un modo di lavorare che è fatto da tutti quelli che scientemente si siedono e decidono di fare un successo. Avete messo dentro tutto quello che è di moda: i gigabyte, la minchia, il mare. Come una cuncina: un po’ di pepe, un po’ di aromi… Io non mi sento di criticare questa cosa perchè la capisco e vado oltre: se fa successo bene, se non fa successo chi se ne frega” ed il rapper che ha confessato di essersi trovato “a scrivere una canzone per l’estate con l’obiettivo che, si spera sempre, sia un successo. Secondo me di sbagliato c’è semplicemente l’approccio alla scrittura da “piccolo chimico” però io ho sentito una vocalità valida e un suono valido”.

A schierarsi per il “no” sono stati, invece, Asia Argento e, soprattutto, Manuel Agnelli che ha detto: “io penso che fare musica non sia costruire un successo: io e tantissimi come scriviamo per altri motivi. Ora, è un testo da dodicenni questo, quasi irritante. E poi c’è un’altra cosa: cosa succede se non fate il successo per quale avete costruito questo pezzo? Che vi sentite dei falliti completi? La musica è tante cose ma per me non è questa” trovando una netta opposizione della Maionchi che ha sottolineato “questi non hanno alcuna compromissione artistica: se non fanno successo se ne sbattono i coglioni, ne fanno un altro. E’ molto più semplice. E’ un altro modo di vedere la musica nel senso che quando tu sei un artista particolare cerchi la tua massima espressione, loro, invece, hanno messo insieme i pezzi per fare una canzoncina dell’estate”.

Una riflessione sicuramente interessante che lascia aperte tante altre risposte e punti di vista. Personalmente, però, ho provato a confrontare il pezzo proposto da questi ragazzi con uno di quelli che hanno spopolato durante quest’estate, uno di qualche loro coetaneo e la scelta è caduta casualmente su Moscow Mule di Benji e Fede ma potremmo prendere ad esempio tanti altri tormentoni 2018.

Poi è arrivata l’estate
ho imparato a nuotare
sto imparando a ballare
sto posto è stupendo
non ci sto cedendo
L’abbiamo fatto davvero
potremmo dire “io c’ero”
abbiamo preso un aereo
e siamo saliti più in alto, più in alto del cielo

Sinceramente, in tutta franchezza, non ci vedo tutta questa differenza e, quindi, a tal proposito penso che sia giusto “proteggere” ciò che si ama di più al mondo, la musica, da ciò che si ritiene possa farle del male, le canzonette, ma ha senso farlo quando questo pericolo già spopola? Ha senso chiudere le porte in faccia a chi si ritiene inadatto se, poi, dentro al palazzo di cristallo della discografia ci sono più inadatti rispetto a chi sta fuori ultimamente? Al pubblico la sentenza. Nel bene o nel male.

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.