martedì, Marzo 19, 2024

CLASSIFICHE

SUGGERITI

Seat Music Awards 2020, pagelle seconda puntata

Tutti i voti alle esibizioni della seconda serata

  • MIKA e MICHELE BRAVI – Bella d’estate: sono insieme in rotazione radiofonica da circa una settimana per rendere omaggio ad un grandissimo della musica italiana come Pino Mango e questa sera si propongono anche dal vivo convincendo, però, meno di quanto erano riusciti a fare nella versione incisa. Mika trascina Bravi anche nel padroneggiare il palco ma il risultato pare snaturante per l’artista umbro che negli ultimi mesi si era dimostrato padrone di tutt’altre situazioni emozionali. Insipidi e non così amalgamati. VOTO: 5.5
  • ANNALISA – Tsunami: altra presentazione in prima assoluta per la rossa savonese che porta sul palco il suo nuovo estratto uscito in radio lo scorso venerdì. Il pezzo acquista valore con il corso del tempo ed il suo svilupparsi. Annalisa, si sa, canta bene (sempre) e pure questa volta non delude confermando, comunque, il fatto che una bella vocalità non è un elemento sufficiente oggi per fare di un brano un successo certo e, in questo caso, il pezzo, seppur gradevole, non è tutta questa prova d’inventiva o di scrittura sublime. Una buona prova su di un pezzo che, però, non convince fino in fondo facendo urlare al miracolo. VOTO: 7
  • FABRIZIO MORO – Il senso di ogni cosa / Portami via / L’eternità: uno dei cantautori più amati degli ultimi tempi mette al servizio del pubblico un brano di qualche anno fa che, però, non era stato pienamente valorizzato da un punto di vista commerciale. Stavolta Fabrizio dispone di una maturità interpretativa e di vita più fine ed il risultato ne beneficia. Dal vivo la scelta è quella di appoggiarsi unicamente al pianoforte ed il tutto risuona ancor più convincente e magico. Il successo sanremese, poi, inserito per il proseguimento del medley è già storia e non può che continuare a far emozionare come solo una gran canzone d’amore può riuscire a fare in eterno. Rinuncia a quel suo graffio di voce e di veemenza interpretativa per risultare più acustico e, forse, la scelta paga meno a livello di resa televisiva ma musicalmente il risultato è di assoluto valore. VOTO: 7.5
  • PIERO PELU’ – Gigante / Pugili fragili: un mostro del palcoscenico da sempre e, probabilmente, per sempre. Anche sprovvisto dei suoi tradizionali pantaloni in pelle il leader dei Litfiba rimane un artista che sul palco si rivela capace di conquistare ed esplodere in una bomba a mano d’energia. Dispiace la scelta del medley che unisce il potente e riuscito pezzo sanremese al nuovo singolo radiofonico che, invece, gioca su di una melodia più distesa e, dunque, meno adatta alle migliori doti dell’artista fiorentino. VOTO: 6
  • J-AX – Una voglia assurda: ed ecco che arriva lui che oramai sta ovunque, diciamocelo. Questa sovraesposizione eccessiva e fastidiosa pare non giovargli eccessivamente e anche il suo nuovo titolo estivo ha, obiettivamente, raccolto meno di quanto ci si aspettava. Per essere un tormentone estivo ha convinto non così tanto e anche la reazione del pubblico in Arena lo testimonia rimanendo piuttosto freddo e, soprattutto, immobile durante l’esibizione. Che poi Ax non sia così preciso vocalmente lo sappiamo ma, forse, anche da questo punto di vista questa non è stata decisamente la sua serata. Insomma, c’è qualcosa da rivedere. VOTO: 5
  • GIGI D’ALESSIO – Buongiorno: Gigi si butta sulla scena rap ed urban napoletana per tornare a rispolverare il proprio repertorio dialettale di questi anni. Si accompagna da “amici e colleghi” che forse funzionano sul mercato d’oggi ma che cantano in playback peggio di quanto farebbe un bambino qualsiasi. D’Alessio, ovviamente, ci va dietro ed il risultato da un punto di vista televisivo e musicale è abbastanza pietoso. Siamo qui per rilanciare la musica dal vivo, raccogliere fondi utili alla causa e gli artisti si esibiscono in playback? Forse c’è qualcosa che non va. Ma forse, eh. Decidete voi. Il pezzo ha anche il suo perchè (sempre forse) ma ciò che conta, in questo momento, è qualcos’altro… VOTO: 4
  • IL VOLO – Nessun dorma: i tre tenorini famosi anche oltre oceano tornano all’Arena di Verona proponendo una selezione dei loro cavalli di battaglia o, meglio, dei cavalli di battaglia della musica italiana nel mondo che loro hanno fortunatamente reinterpretato negli anni venendo applauditi in ogni dove. La loro missione è quella di portare il bel canto e la lirica nelle case del pubblico mainstream anche a costo di miscelare il tutto con un sapore più pop e, magari, meno perfetto tecnicamente. Le voci ci sono anche se qualche errorino qua e là l’hanno lasciato per strada ma il pubblico medio, si sa, non se ne accorge in questi casi e si lascia impressionare volentieri da potenza e maestosità dell’opera. VOTO: 6
  • RAF e UMBERTO TOZZI – Ti pretendo / Stella stai / Self control / Tu: fanno il bis dopo l’apparizione della scorsa puntata ma questa volta scelgono una dimensione più orchestrale per rivestire la loro esibizione su alcuni dei successi singoli dei due artisti che, non si capisce perchè, nemmeno questa volta cantano insieme le loro uniche due collaborazioni musicale mai incise (‘Gente di mare’ e ‘Come una danza’). Vocalmente compiono un mezzo disastro beccando meno note di un principiante qualsiasi. A tratti davvero imbarazzanti per pensando che stessero facendo davvero sul serio. VOTO: 4.5
  • ALESSANDRA AMOROSO e BOOMDABASH – Karaoke: Quella che è stata una delle hit più azzeccate di quest’estate dal vivo si rivela (come prevedibile) assolutamente all’altezza delle aspettative riuscendo a conquistare il pubblico e a farsi canticchiare senza troppa fatica. L’accoppiata è consolidata e l’energia sul palco è palpabile soprattutto grazie alla presenza della Amoroso che si muove con la sua solita padronanza rivelandosi la vera mattatrice del brano e dell’esibizione stessa. Il reggae sta nelle loro vene e c’è da dire che lo sanno fare e proporre nel modo più appropriato e vincente. VOTO: 7
  • TOMMASO PARADISO – I nostri anni: l’ex Thegiornalisti dopo aver letteralmente spaccato il pubblico del web a metà con il suo ultimo nuovissimo singolo sceglie di portare in scena un vecchio estratto forse per non rischiare eccessivamente. La scelta, che sia questa la motivazione o meno non fa la differenza, si rivela comunque saggia e lungimirante. Pur non essendo questo uno dei suoi maggiori successi o dei brani più riusciti tra quelli usciti dalla sua penna il risultato è comunque gradevole e tipicamente immerso nel suo universo valoriale e autoriale. Lui è questo, tocca tenercelo così. VOTO: 6-
  • ACHILLE LAURO e FIORELLA MANNOIA – C’est la vie: la coppia che mai ti aspetteresti di vedere insieme sul palco e che eppure si concretizza come se fosse un miraggio. La canzone è meritevole, si sa, e ne va dato merito a Lauro che lo scorso anno la presentò al pubblico smentendo l’immagine data solo pochi mesi prima sul palco dell’Ariston di Sanremo. Fiorella si adatta velocemente al brano e lo trasforma come solo lei sa fare in una prova d’interpretazione pur perdendosi in alcune parti del testo. L’accoppiata, comunque, convince e vince la prova messa sul piatto da una scommessa non facile da prevedere ed immaginare fino ad oggi. Curiosi di vederli nuovamente insieme su di una nuova collaborazione ventilata e spoilerata. VOTO: 8
  • MAHMOOD – Dorado: che Mahmood disponga di una vocalità pazzesca e fuori del comune lo abbiamo imparato a capire seppur in ritardo di qualche stagione rispetto a quando era già ascoltabile prima dell’exploit di ‘Soldi’. Ne da una nuova prova questa sera con quest’esibizione che convince e vince tutta la posta messa sul piatto esibendosi davvero dal vivo per una versione rivista del suo ultimo singolo radiofonico che, va detto, non è tra i più azzeccati o convincenti tra quelli che ha proposto nel corso degli ultimi due anni. Il ragazzo, comunque, ama sperimentare e cimentarsi in suoni e dimensioni sempre nuovi ed innovativi motivo per cui qualche risultato non pienamente soddisfacente glielo si deve lasciar passare. VOTO: 8-
  • FRANCESCO GABBANI – Il sudore ci appiccica: la proposta estiva del cantautore toscano ha dimostrato quest’anno che probabilmente il pubblico ha recepito e sposato il messaggio che Gabbani ha voluto lanciare con la sua ultima partecipazione al Festival di Sanremo: non solo tormentoni ma anche qualità pop ed intimista. Ecco, dunque, che forse il pezzo è funzionato meno di quanto avrebbe funzionato probabilmente nel 2017 ma ha indiscutibilmente contribuito a rafforzare l’immagine di un artista sempre duttile, ispirato e capace di destreggiarsi tra diverse proposte risultando, tra l’altro, sempre convincente anche sul palco scenico di cui si rivela assoluto padrone. VOTO: 7.5
  • ERMAL META – Finirà bene: con un look tutto nuovo il cantautore di origine albanese torna a proporsi in televisione per un singolo tutto suo uscito in occasione del loockdown anticipando, in un certo senso, anche il prossimo lavoro discografico che, però, è stato contemporaneamente slittato in avanti. La canzone conserva il talento autorale di Meta che si rivela sempre un ottimo scrittore di canzoni riuscendo, anche in questo caso, a coniugare una melodia up e spensierata ad una tematica che, pur invocando la positività, parte da un presupposto di difficoltà per la quale è auspicabile un’imminente risoluzione. Meno incisivo del solito nell’esecuzione dal vivo a livello empatico. VOTO: 7
  • DIODATO – Fai rumore: anche Diodato oggi pare aver litigato con l’armadio ma, poi, la canzone ripara il danno rievocando gli ultimi giorni sereni prima di questa lunga situazione di crisi per la musica oltre che per l’intera società stessa. L’ultimo brano vincitore del Festival di Sanremo è oramai un inno capace di spronare al farsi sentire, al dire sempre il proprio punto di vista, a far valere i propri principi  ed i propri diritti. La cornice dell’Arena di Verona che s’illumina di quei pochi telefoni presenti è un’immagine comunque unica e speciale che testimonia la magia di una grande canzone che è riuscita a vincere anche la sfida del tempo contemporaneo e delle sue logiche di mercato. Un esempio che dimostra che l’arte non ha confini o barriere quando è vera, potente ed di qualità. VOTO: 8.5
  • MALIKA AYANE – Feeling better / Tempesta / Ricomincio da qui: un’artista che ci manca da qualche tempo e che siamo felici di ritrovare in televisione e, soprattutto, in questa condizione artistica e vocale. Nuovamente alle prese con un cambio di look (in pieno stile Caterina Caselli o, per i più giovani, Lady Gaga) si concede in un meedley di successi con l’accompagnamento del solo pianoforte capace di sorreggere la sua voce piena, calda, elegante e sempre sinuosa. La Ayane rimane un’artista di una classe ineguagliabile e anche questa sera ha dato prova di saper essere sufficiente anche da solo per riempire la scena e tenere con il fiato sospeso l’ascoltatore che rimane ipnotizzato da una timbrica unica e preziosa. C’è da augurarsi di poterla risentire presto con delle canzoni alla sua altezza. VOTO: 8+
  • MARCO MASINI – Ci vorrebbe il mare / Uomo volante / T’innamorerai: un pianoforte e delle canzoni che hanno fatto la storia del cantautorato italiano degli ultimi 30 anni spesso partendo dal palco del Festival di Sanremo e arrivando nelle case di un pubblico che si è dimostrato amante di questa voce precisa e tagliente con la sua timbrica unica e sempre riconoscibile. Per l’occasione si fa accompagnare anche da Francesco Renga per l’ultimo pezzo proposto ma qui qualche incedente di percorso ne condiziona la riuscita confezionando qualcuna di quelle stonature che difficilmente si sarebbero immaginate uscire dalla gola del cantante bresciano che negli ultimi anni, però, pare essersi nettamente ridimensionato sul piano della qualità vocale. Sembravano dei piccoli Bugo-Morgan… VOTO: 6/7
  • FRANCESCO RENGA – Insieme: grandi amori: ecco il brano che dimostra quanto detto poc’anzi. Una voce che, potenzialmente, si potrebbe rivelare micidiale e ancora tra le migliori del nostro panorama discografico che rimane, però, vittima delle canzoni assolutamente mediocri che si ritrova a cantare. In questo caso, però, il cantante sceglie il playback e la cosa è particolarmente evidente riuscendo a far condannare ancor di più una canzone che di certo non aveva bisogno di quest’aggravante. Uno come Renga dovrebbe far la differenza con la sua voce anche quando le canzoni non sono all’altezza ma se si riduce al playback capite bene che la differenza la può fare solo che in negativo… VOTO: 4
  • GHALI – Barcellona / Good Times: apre con il nuovo singolo che, sorprendentemente, esce dal suo schema classico per farsi più “cantato” e meno appiccicoso dal punto di vista del sound e della produzione. Poi arriva la sua ultima hit e non si può che canticchiare e lasciarsi trascinare da quel fischiettio travolgente e assolutamente vincente a giudicare dai risultati raccolti nel corso degli ultimi mesi sia in radio che nelle piattaforme digitali. Dal vivo scivola di tanto in tanto ma, da un artista come lui ce lo si può anche aspettare. VOTO: 7
  • MAX PEZZALI – In questa città: Max Pezzali canta una canzone alla Max Pezzali e, ovviamente, lo fa in playback. Ritorna, dunque, il discorso già detto e ridetto che classifica come assolutamente deplorevole e disapprovata la scelta dell’aderire ad una serata che vuole celebrare la ripartenza della musica dal vivo esibendosi in playback. La canzone, poi, non ha in sè alcun elemento davvero meritevole e testimonia, purtroppo, la mancanza di una vena creativa davvero efficace ed ispirata ormai già da qualche anno di troppo. Speriamo che si riprenda e che, soprattutto, torni a ricercare elementi di novità nella sua scrittura e a suonare e cantare davvero dal vivo. VOTO: 4
  • LEVANTE – Sirene: una canzone per l’estate che di estivo ha poco o nulla. Almeno secondo quelli che sono i paradigmi dei tormentoni estivi dell’attualità che impongono sound reggaeton e tematiche tutte appiattite attorno a località esotiche o cocktail da sorseggiare sotto il sole in spiaggia. Levante, invece, ha scelto coraggiosamente di raccontare l’estate del 2020 fatta anche di lontananze, di ombrelloni chiusi, di una normalità mai del tutto assaporata malgrado trasgressioni o sbandierate riaperture. Il sound si presenta leggero, quasi primaverile e assolutamente melodico riuscendo, così, a creare un proprio nuovo paradigma che, ci si augura, possa contribuire a restituire alle prossimi estati una differenziazione di proposta anche da parte di altri artisti. VOTO: 7.5
  • IRAMA – Mediterranea / Crepe: è o non è una delle bandiere di quest’ultima estate italiana? La risposta appare quasi scontata visto il successo che Irama è riuscito ad ottenere per il terzo anno di fila in questa stagione. E’ apprezzabile il fatto che la scelta si sia ampliata ad uno dei brani del suo ultimo progetto discografico che riprende le sonorità latine pur declinandole in una soluzione diversa. E’ probabile che la sua esibizione abbia avuto dei problemi tecnici e che la voce di Irama non si sia sentita a causa del microfono non funzionante che, dunque, ha diffuso esclusivamente la voce di supporto che avrebbe dovuto accompagnare la voce principale. Ad ogni modo ennesima esibizione non live a prescindere di chi sia la responsabilità. VOTO: 6
  • ENRICO NIGIOTTI – Para el sol: Nuovo singolo autunnale per il cantautore livornese che adotta un titolo in spagnolo che farebbe pensare facilmente ad un pezzo reggae ma che, in realtà, gioca su di un campionato del tutto diverso. Pur non essendo uno di quei pezzi che sono destinati a rimanere nella storia di un artista questa è una canzone che riporta Nigiotti ad affrontare un brano cantautorale ma comunque vestito di contemporaneità ed attualità anche dal punto di vista sonoro. Spensierato seppur con una dedica palese ed importante al valore ultimo dell’amicizia. VOTO: 6.5
  • MODA’ – Cuore di cemento: e fu così che tornarono i Modà. Tornarono nel vero senso della parola visto che non solo si fanno rivedere sulla scena ma scelgono di farlo proprio recuperando le proprie origini artistiche e sonore (ad eccezione dei capelli di Kekko per il resto ci siamo). Il sound torna a spingere su di un pop-rock più aggressivo e convinto delle loro ultime produzione ed il testo si concentra su di un amore fatto di sesso, passione e pericolo che si annusa sulla pelle. Non tutta questa originalità per la scrittura di Kekko, è vero, però almeno c’è stato un tentativo di uscire da una ricetta ormai troppo consolidata e ripetuta. Peccato che sul palco manchi quel pizzico di energia capace di spingere sull’acceleratore proprio come prova a fare il brano. Ci si aspettava qualcosa di più dalla resa da questo punto di vista. VOTO: 6.5
  • GIUSY FERRERI – Il mare immenso / Fa talmente male / Ti porto a cena con me: fa piacere, tanto, che Giusy abbia scelto per questo medley i suoi brani non-estivi perchè abbiamo tutti eccessivamente bisogno che la Ferreri torni a graffiare anche al di fuori della stagione dell’ombrellone con la sua voce ed il suo timbro assolutamente unico che si sposa benissimo anche a queste tinte a tratti pop e ad altri persino rock. Tecnicamente compie qualche castroneria qua e là scivolando su alcuni punti per problemi di fiato che per lei, si sa, sono da sempre i più ostici da superare. Peccato perchè ciò compromette una perfetta riuscita dell’esibizione. VOTO: 6
  • THE KOLORS – Non è vero: questo è uno di quei brani dell’estate 2020 che avrebbe probabilmente meritato di raccogliere un riconoscimento maggiore dalle vendite per la sua capacità di uscire dagli schemi della tradizionale ricetta estiva e di riprendere, piuttosto, influenze blues alla Pino Daniele da unire al solito funk targato The Kolors. Le radio, come sempre, sono dalla loro parte ma hanno bisogno che il pubblico torni ad amarli e ad essere intercettato dal loro stile e dal loro groove difficile da assimilare in Italia ma di indiscutibile qualità ed assoluta originalità nel nostro panorama. VOTO: 7.5
  • BABY K – Non mi basta più: Ed ecco un’altra delle reginette dell’ultima estate (e, prima ancora, di parecchie delle ultime estati musicali). Anche lei porta con sè una personalità ben definita ed uno stile musicale perfettamente identificabile con lei. Sul palco si muove bene e appare a proprio agio unendo alla performance anche quella mini-coreografia che oggi si rivela nuovo elemento fondamentale per sfondare sul web (TikTok in primis). Il problema è che pure questa volta la nostra Claudia sceglie il playback e, quindi, tutti i possibili complimenti (semmai qualcuno volesse farglieli) finiscono per essere annullati. In questo contesto è assolutamente una scelta ingiustificata. VOTO: 4
  • ANNA TATANGELO e GEOLIER – Guapo: lei è quella che ha stupito più di tutti quest’estate compiendo una vera e propria rivoluzione di sound e d’immagine artistica e personale. Anna finalmente si dimostra giovane e nuovamente al passo con i tempi con cui la musica viaggia. Per riuscire nell’impresa si accompagna con una delle ultime scommesse più vincenti riuscendo ad intercettarlo alla perfezione e, in qualche modo, cogliendo anche il momento giusto per godere della sua collaborazione. Lei canta sempre tremendamente bene, lui ci prova anche se non è alla sua altezza ma almeno ci prova. Stanno bene insieme. VOTO: 7
  • RIKI – Litighiamo: chiudiamo con quest’ulteriore anteprima di un nuovissimo singolo che arriva da un (ex)teen idol che ora vuole tentare di riconquistare il pubblico dopo anni di lontananza pur adottando ricette musicali diverse dal passato. Il brano è gradevole, evidenzia una crescita sia dal punto di vista della scrittura testuale che da quello della produzione musicale. Lui, anche visivamente, appare cresciuto e maturato e si dimostra più convinto e coinvolto dall’esibizione. Spiace che la scelta, anche per lui, sia ricaduta su di un playback che, però, viene in parte giustificata da un sound elettronico che sarebbe stato assai difficile da riprodurre in maniere fedele (cosa richiesta visto l’obiettivo promozionale di questa esibizione su di un brano uscito ieri) dal vivo. VOTO: 5 (per il playback)
  • NEK – Fatti avanti amore: lui suona dal vivo ma non si capisce come mai scelga questo brano vecchio di cinque anni se da appena qualche mese ha pubblicato il suo ultimo progetto d’inediti che solo Dio sa quanto bisogno avrebbe di essere promozionato in questo momento visti gli scarsissimi risultati di vendita che è riuscito ad incamerare. Malgrado ciò la canzone di Sanremo 2015 non la scopriamo di certo ora ed è davvero un ottimo mezzo per coinvolgere il pubblico e per lasciare alla serata una chiusura all’insegna dell’energia e della voglia di esibirsi al massimo delle proprie possibilità dopo mesi di dirette instagram che, rispetto ad un concerto, sono tutt’altra cosa. VOTO: 7.5
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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
Ilario Luisetto
Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.