“Sei” dei Negramaro: te la ricordi questa?
Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare ancora. Oggi parliamo di “Sei” dei Negramaro
La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 2012 con “Sei” dei Negramaro.
Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.
Ti sblocco un ricordo: “Sei” dei Negramaro
Con “Sei”, i Negramaro ci regalano una delle loro ballate più introspettive e malinconiche, tratte dalla raccolta “Una storia semplice” del 2012. Pubblicato come singolo, il brano si muove su coordinate emotive intense, tra dolcezza acustica e inquietudine identitaria. È una canzone che si interroga sull’amore, ma anche su ciò che resta di noi quando quel sentimento si trasforma, si spegne, si perde.
Giuliano Sangiorgi canta con la sua consueta voce vibrante e fragile, capace di sussurrare e poi salire in tensione con naturalezza. La sua interpretazione amplifica il senso di smarrimento, di lontananza da sé stessi, che è il nucleo tematico del brano.
Il cuore della canzone risiede nel dubbio esistenziale che attraversa ogni verso. L’altro non è più riconoscibile (“tu chi sei, non mi assomigli tra quelle che ho cucito”), e allo stesso tempo anche l’io narrante si sente trasformato, alienato: “Tu sei, non sei più quel che eri un tempo / e ora sei quel che c’è di diverso da me”.
“Sei” è una riflessione elegante e intensa sull’identità post-amore, su ciò che resta di noi quando finisce un legame profondo. I Negramaro, con la loro cifra poetica e musicale inconfondibile, offrono una ballata che non si limita a raccontare la fine di una relazione, ma che osa andare più a fondo: a domandarsi chi siamo davvero, e quanto dell’altro ci resta addosso. Un piccolo gioiello nella loro discografia, da ascoltare con attenzione e cuore aperto.
Il testo di “Sei” dei Negramaro
Ehi vuoi parlarmi
di quando avevi un’altra faccia
e andavi verso lei e non pensavi
che da quell’attimo saresti stato quel che sei
Tu sei non sei più quel che eri un tempo
e ora sei quel che c’è
di diverso da me
E pensare a quanto tradirono tutti quei baciche tolsero via dalle bocche le frasi
che avremmo voluto gridare
per convincerci che
di amarci noi non ne saremmo mai stati capaci
e allora tu spiegami dei nostri baci
il senso e se un senso lo trovi
dimmi almeno qual è
dimmi se c’è…
Ehi vuoi ascoltarmi
ho ancora altre facce da indossare tu chi sei,
non mi assomigli tra quelle che ho cucito
e non ricordo più chi sei
tu sei non sei più quel che eri un tempo
e ora sei quel che c’è
di diverso da me
E pensare che quando rapirono tutti i pensieri
quei baci bugiardi sembravano veri
e intanto impedivano a noi di convincerci chenon avremmo mai visto la fine di tutti quei baci
perché senza fine li avremmo rubati
di questo che tu ora mi dai l’inizio qual è?
Ehi quello che vedo sei
un riflesso che non m’appartiene
non mi riconosco
tu, specchio, sai dirmi almeno chi sei?
quello che vedo sei…
sulla bocca assaporo i tuoi baci
negli occhi rivedo i tuoi occhi e capisco finalmente chi sei
E pensare che quando tradito da tutti quei baci
non mi resi conto di quanto restassi
negli occhi, sul viso, nell’aria
c’è una parte di te
e ho capito che se mi rifletto guardandomi il viso
non mi riconosco
ma poi un bel sorriso mi taglia la faccia e mi dico sono identico a te
Ehi vuoi cambiarmi…