venerdì, Marzo 29, 2024

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“Sei tu”, Fabrizio Moro e la poetica della riconoscenza – RECENSIONE

Il cantautore romano torna al Festival di Sanremo con “Sei tu”, una ballata dai contorni suggestivi e tradizionali

Settima partecipazione in gara al Festival di Sanremo per Fabrizio Moro, che torna a calcare il palco dell’Ariston dopo aver collezionato due vittorie, una tra i big e una tra i giovani, ed esserci stato nel 2000 con “Un giorno senza fine”, nel 2007 con “Pensa”, nel 2008 con “Eppure mi hai cambiato la vita”, nel 2010 con “Non è una canzone”, nel 2017 con “Portami via” e nel 2018 con “Non mi avete fatto niente” in coppia con Ermel Meta. Come autore, invece, ha preso parte alla rassegna altre due volte, firmando “Sono solo parole” per Noemi nel 2012 e “Finalmente piove” per Valerio Scanu nel 2016.

“Sei tu” è uno di quei pezzi che ciascuno di noi vorrebbe sentirsi dedicare da chi reputa speciale, amico o amante che sia. Fabrizio Moro confeziona una poesia d’amore consapevole e matura nei confronti di chi, con la propria presenza, ci rende la vita migliore, salvandoci dall’abbandono e dallo sconforto a cui, altrimenti, saremmo destinati. Una dedica che diventa automaticamente anche un inventario dei propri errori, con quella punta di riscatto (tipica di chi proviene dalla periferia) che contraddistingue da sempre la poetica del cantautore romano.

Rassicurante ed emozionante, “Sei tu” è la vera ballad di questo Sanremo 2022, composta a quattro mani con Roberto Cardelli. Gli archi sul finale regalano un ulteriore tocco cinematografico al pezzo, mentre la resa dal vivo favorirà sicuramente il risultato, anche se in termini di pathos il livello è già molto molto alto. Fabrizio Moro si distingue ancora una volta per aver saputo mettere su carta, senza alcun ausilio di retorica, temi cari come quello della riconoscenza e dell’onestà sentimentale, slanci che ci aiutano a condurre un’esistenza piena e priva di sprechi.

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Nico Donvito

Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
Nico Donvito
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