“Senza una stupida storia”, l’amore secondo Achille Lauro – RECENSIONE

Achille Lauro

Analisi di “Senza una stupida storia”, il nuovo singolo di Achille Lauro, fuori da venerdì 12 settembre. Un racconto vivido e personale dell’amore

Nel nuovo singolo “Senza una stupida storia”, disponibile da venerdì 12 settembre su tutte le piattaforme digitali e in radio, Achille Lauro aggiunge un nuovo tassello al racconto iniziato con “Comuni mortali“. Il brano sarà infatti parte integrante della tracklist del prossimo album e si inserisce perfettamente nel percorso sonoro e tematico dell’artista romano, sempre più a suo agio nel raccontare la fragilità dei sentimenti.

Scritto a Milano e finalizzato a Los Angeles, il brano nasce da una riflessione intima e profonda: cos’è davvero l’amore? Per Lauro, non è certo quell’annullarsi totale per l’altro, che porta più dolore che felicità. È lui stesso a confessare di aver vissuto relazioni in cui si è sentito svuotato, quasi cancellato, nella falsa convinzione che il legame con l’altro potesse completarlo. “Per me l’amore non è questo”, scrive, ed è proprio da qui che parte la canzone.

“Le persone sai si distruggono / Guarda come poi si riducono / Cosa fanno in nome dell’amore”: l’incipit è crudo e diretto, un pugno allo stomaco. Achille Lauro racconta di quanto, spesso, le relazioni vengano idealizzate fino a diventare gabbie, compromessi continui che logorano invece di nutrire. L’amore, se non è reciproco e sano, diventa tossico.

Il ritornello, malinconico e liberatorio al tempo stesso, ribalta la prospettiva: “Quanto è bella una fine senza te / Senza limiti, liberi”. Non più l’amore come unica via per sentirsi completi, ma la fine come nuova possibilità di rinascita. Lasciar andare senza rancore, senza chiedere spiegazioni, diventa un atto di autodeterminazione. Achille Lauro canta l’emancipazione dai legami disfunzionali, senza moralismi ma con una sincerità disarmante: “Era amore o no, ero lucido / E ho incontrato il fondo quella notte”. Un’immagine potente, che descrive il momento esatto in cui si tocca il fondo, ma anche quello in cui si trova la forza per risalire.

Musicalmente, il brano mantiene la linea estetica di “Comuni mortali“, con un arrangiamento pop contemporaneo dai toni cupi, e una voce sospesa tra delicatezza e tensione. La produzione è pulita, essenziale, al servizio delle parole. Non ci sono orpelli: tutto punta a restituire l’emozione nuda, l’eco di una storia finita ma ancora capace di far male.

Con “Senza una stupida storia”, Achille Lauro continua a svestirsi delle maschere e a raccontare l’amore con una maturità nuova. Il brano è un invito a riconoscere ciò che ci fa male, ad accettare la fine senza rimpianti, e a comprendere che non serve per forza una “metà” per sentirsi interi. Perché, come Lauro ci ricorda, l’amore vero non annienta: ci rende liberi.

“Senza una stupida storia”, il testo di Achille Lauro

Quanto è bella una fine senza regole
Quanto è bello impazzire senza chiedere
Non mi importa di stare qua ad aspettare
Sotto il tuo balcone gridando ti amo
Che bella una fine senza te
Senza limiti, liberi

Senza una stupida storia d’amore
Senza una stupida storia

Le persone sai si deludono
E per ripararsi poi ritornano
Che ne è stato poi del nostro amore
Mi sentivo poi così stupido
Era amore o no, ero lucido
E ho incontrato il fondo quella notte
Forse è il diavolo che mi conosce

Quanto è bella una fine senza regole
Quanto è bello impazzire senza chiedere
No mi importa di stare qua ad aspettare
Sotto al tuo balcone gridando ti amo
Che bella una fine senza te
Senza limiti, liberi

Senza una stupida storia d’amore
Senza una stupida storia d’amore
Senza una stupida storia d’amore
Senza una stupida storia d’amore

Scritto da Alessandra Locatelli
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