Intervista alla cantautrice che presenta il suo singolo
Tempo di terzo singolo radiofonico per la giovane cantautrice Serrati che abbiamo raggiunto per farci raccontare il brano “Sottosopra” disponibile a partire dallo scorso 8 luglio 2022 per la produzione e la distribuzione dell’etichetta SMR.
Benvenuta su RecensiamoMusica! Partiamo da “Sottosopra”, il tuo nuovo singolo in radio dall’8 luglio scorso: da quale esigenza narrativa nasce questa canzone?
«”Sottosopra” vuole parlare di assenze e di attese all’interno delle relazioni, dell’inquietudine che proviamo quando ci rendiamo conto che l’Altro non vede tutto ciò che siamo. Questo ci rende impossibile esprimerci totalmente e il disordine, il disorientamento, il caos, il sentirsi sottosopra appunto, prendono il sopravvento!».
“Sottosopra” è il terzo singolo del tuo progetto musicale dopo i brani “Maledité” e “Imparo a cucinare”. Come si collega ai due singoli precedenti questa nuova canzone e che cosa, invece, aggiunge?
«Il filo rosso che lega queste canzoni è sicuramente il riferimento alla difficoltà relazionali, al coraggio e alla fatica della comunicazione e della comprensione reciproca Probabilmente aggiunge un ulteriore tassello al tentativo di ricerca di sé, nel ribadire la volontà di proseguire nell’esplorazione nonostante ciò significhi anche affrontare perdita e cambiamento».
Ad accompagnare questo brano c’è anche un videoclip. Qual è l’idea alla base di questo clip?
«Ad accompagnare questo brano c’è un bellissimo gatto nero, forse una strega in incognito, che utilizzando i suoi poteri magici fa dispetti al proprio padrone che la trascura troppo, perché troppo assente, impegnato e distratto! Al centro di tutto c’è il bisogno di sentirsi amati, riconosciuti e ascoltati».
Dentro “Sottosopra” esistono due forti filoni narrativi: la necessità di un continuo cambiamento del punto di vista e quella fisica di possedere quell’interlocutore a cui ci si rivolge. Come stanno insieme questi due aspetti dentro la canzone?
«Per cambiare punto di vista, o meglio arricchirlo mettendolo in discussione, è necessario il dialogo e per dialogare abbiamo bisogno dell’Altro, soprattutto della sua preziosissima diversità, che è un dono enorme, se unito all’apertura e all’accoglienza. Il desiderio di “possedere” l’altro si riferisce, in realtà, al desiderio di possederne la presenza, l’attenzione, la curiosità, la partecipazione…poter godere delle sue idee, creare il nuovo insieme».
Ilario Luisetto
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