Settembre: “Sanremo? Un sogno che si realizza ” – INTERVISTA

Settembre

A tu per tu con Settembre, in vista della sua partecipazione a Sanremo 2025 nella sezione Nuove Proposte con “Vertebre”. La nostra intervista al giovane artista

Settembre, in gara tra le Nuove Proposte del prossimo Festival di Sanremo ci racconta in questa intervista le sue sensazioni alla vigilia del debutto sul palco del teatro Ariston in gara con “Vertebre”.

Un brano intenso e personale, composto da Andrea Settembre con Manuel Finotti e Laura Di Lenola, che parla della vulnerabilità a cui ci espongono le nostre emozioni, il cui testo recita: “Nessuno ci ha mai detto come si piange alla nostra età / nessuno ci ha mai detto come si ride alla nostra età”.

Vertebre” ha già superato ogni aspettativa, totalizzando il record di oltre 6 milioni di stream su Spotify e imponendosi come il brano più ascoltato e condiviso tra quelli dei giovani di questa edizione.

Settembre presenta “Vertebre”, l’intervista

Cosa significa per te questo momento e come stai vivendo i giorni che ti separano dal debutto?

«Sto cercando di concentrarmi molto e di provare la canzone il giusto, neanche poi troppo, perché vorrei venisse fuori un’esecuzione naturale, che poi è la cosa più importante per me, riuscire a dare voce in maniera più semplice e sincera ai miei pensieri. Mi sento vicino al raggiungimento di un sogno, quello di calcare il palco dell’Ariston. Il resto e tutto ciò che succederà lo lascio al destino, io mi sento già molto grato di essere arrivato fin qui».

So che hai già fatto le prove, per cui ti chiedo: come suona “Vertebre” con l’orchestra?

«Per me suona benissimo, ma qui a Napoli diciamo “ogni scarrafone è bello mamma soja”. Penso che l’orchestra abbia impreziosito ancora di più il pezzo, restituendogli quella magia che solo gli strumenti dal vivo sanno creare, dando ancora più vita alla melodia e all’armonia. “Vertebre” ha così preso una forma meravigliosa e sono veramente tanto curioso di farla ascoltare a tutti voi e di sapere cosa ne pensate».

I giovani delle Nuove Proposte, essendo appunto una categoria a parte rispetto ai big, non si esibiranno nella serata cover. Mi incuriosisce chiederti, però, quale pezzo avresti scelto?

«A me sarebbe piaciuto fare un tributo a Pino Daniele, sono contentissimo che quest’anno ci saranno due omaggi meravigliosi al Maestro, sicuramente saranno bellissimi. Oppure mi sarebbe piaciuto scovare nel passato e provare a riportarlo al presente, però non ti saprei dire un pezzo quale nello specifico, è difficile scegliere. Infatti io mi chiedo come fanno gli altri, a volte bisogna semplicemente lasciarsi prendere dal momento. Ultimamente sto ascoltando molto “Yesterday” de Beatles, tantissimo, così come sto ascoltando parecchio anche Frank Ocean, ma vado molto a periodi. Cambio molto i miei ascolti, li conservo e li riprendo un po’ come quando fai il cambio stagione nell’armadio».

Per concludere, c’è uno slogan che in parte è una domanda e che da anni tutti si fanno: “Perché Sanremo e Sanremo?”. Nessuno ha mai trovato una risposta, tu che idea ti sei fatto?

«Secondo me, il Festival è tanto seguito perché rappresenta una tradizione, è una delle poche cose che accomuna tutta la popolazione ed è bello constatare che siamo tutti diversi, però ci sono anche dei punti di comunione e Sanremo lo è. Tutti per quella settimana ci ritroviamo lì a parlare del Festival, proprio perché la musica ci lega. Per la maggior parte di noi artisti quel palcoscenico può rappresentare sia un punto di arrivo che un punto di partenza, e per me è un sogno che si realizza».

Scritto da Nico Donvito
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