Shablo, la recensione de “La mia parola” feat. Guè, Joshua e Tormento
Tra i protagonisti di Sanremo 2025 ci sarà anche Shablo: ecco la nostra recensione di “La mia parola” feat. Guè, Joshua e Tormento
Debutta a Sanremo Shablo, lo fa con un pezzo che si intitola “La mia parola” feat. Guè, Joshua e Tormento, scritto e composto con Guè, Joshua, Tormento, Edoardo Medici, Luca Faraone, Roberto Lamanna e Ralph Lautrec.
Dopo aver anticipato il nostro giudizio con le consuete pagelle realizzate dopo l’ascolto in anteprima riservato alla stampa, approfondiamo il senso e il suono della canzone.
Shablo, la recensione de “La mia parola” feat. Guè, Joshua e Tormento
Shablo, con il suo debutto a Sanremo, segna un momento storico, essendo il primo producer a partecipare alla gara del Festival. “La mia parola” è un vero e proprio manifesto della sua visione musicale, un incrocio tra la cultura rap, la musica urban e un’anima più soul. Il brano si distingue immediatamente per il suo ritmo suadente, per la produzione curata e per l’energia che trasmette. La presenza di Guè, Joshua e Tormento offre una combinazione unica che permette di esplorare diverse sfumature della musica hip hop.
Guè, con il suo flow inconfondibile, è in grado di portare quel tocco di strada e grinta che contraddistingue il suo stile. La sua capacità di giostrare con le parole e di creare immagini vivide nella mente dell’ascoltatore è un tratto distintivo che arricchisce ulteriormente il pezzo. Tormento, con il suo slang e la sua attitudine, aggiunge quel tocco di autenticità che è un po’ il cuore pulsante della scena rap italiana. Joshua, infine, con il suo timbro soul e la sua capacità di esprimere emozioni profonde, introduce una dimensione più emotiva e riflessiva al brano. La sua voce, calda e avvolgente, crea così un equilibrio che rende il pezzo non solo una “street song”, come recita l’inciso, ma una traccia dal respiro più ampio, che sa cogliere e restituire anche l’aspetto umano e intimo di ogni individuo.
Dal punto di vista della produzione, Shablo dimostra ancora una volta il suo talento nel miscelare suoni, influenze e stili differenti, riuscendo a mantenere una coerenza sonora che non solo esalta le voci degli artisti, ma anche la sua firma unica. “La mia parola” si impone come un pezzo di valore, che dimostra quanto il rap italiano sia in continua evoluzione, capace di superare le barriere del genere per diventare sempre più universale.