L’artista giamaicano tra gli ospiti della finalissima di The Voice, si racconta al pubblico italiano
Oltre venticinque anni di carriera per Orville Richard Burrel, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Shaggy, trenta milioni di dischi venduti e collaborazioni sparse in giro per il mondo, tra cui spiccano nomi prestigiosi come quello di Sting, fino ad arrivare al recente Alexander, giovane promessa della scena internazionale. “You” è il titolo del singolo che ha anticipato l’uscita dell’album “Wah Gwaan?!”, suo tredicesimo progetto discografico in studio. Con l’Italia ha da sempre un rapporto speciale, tra i cantanti con cui ha lavorato spiccano infatti Chiara Civello e Arianna Bergamaschi. In occasione della sua partecipazione in qualità di super ospite della finalissima della sesta edizione di The Voice of Italy, abbiamo incontrato l’artista per parlare dei suoi nuovi progetti.
«A diversi anni di distanza dal mio ultimo disco, dopo la collaborazione con Sting, ho avvertito l’esigenza di realizzare un album che mi rappresentasse completamente, con canzoni che mi appartenessero oggi. Il sound di questo album è parecchio sperimentale, una sorta di rilettura del reggae in chiave moderna. A livello testuale, oggi, ho più argomenti rispetto a quando ero più giovane».
Riguardo i suoi esordi, racconta «All’inizio della mia carriera ho dovuto lavorare molto sul linguaggio, c’era del pregiudizio intorno a quel tipo di musica, non passavano la dance hall per le radio, mi sono dato da fare per impormi e lasciare una traccia. Se non hai una linea guida è molto più complicato, anche perché certi addetti ai lavori hanno spesso la puzza sotto il naso».
«Da Sting ho imparato tanto – prosegue l’artista – è una persona molto meticolosa, rispetto a me che sono istintivo. Lui è un chirurgo, un maniaco della perfezione, si siede ad un tavolino e compone per ore. Mi piace lavorare con persone così precise, che non lasciano tutto all’improvvisazione, un po’ come con il giovanissimo Alexander, voce perfetta per il singolo “You”».
A proposito del titolo del suo nuovo disco, Shaggy conclude: «Prende spunto da quando Obama è venuto in Jamaica, la prima cosa che disse è stata “Wah Gwaan Jamaica”, un saluto, uno slang facile e comprensibile, vuol dire “Come va? Cosa sta succedendo?”. That’s going on significa proprio questo, con questo album racconto la situazione attuale, sia mia che collettiva».
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Nico Donvito
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