giovedì 21 Novembre 2024

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Sidy: “La musica unisce sempre, anche in mezzo alle sfide” – INTERVISTA

A tu per tu con Sidy, per parlare del singolo “Tutte le volte” presentato nel corso della prima puntata di Sanremo Giovani 2024. La nostra intervista al cantautore

Sidy, giovane artista afro-italiano, ha presentato sul palco di Sanremo Giovani 2024 il brano “Tutte le volte”, disponibile da oggi su tutte le piattaforme digitali per Afromartian / Kama Records. Il brano è un’immersione profonda nei meandri di una relazione arrivata ormai al termine.

La musica di Sidy è caratterizzata da sonorità indie, pop, folk, urban e si fonde abilmente con testi delicati, racconti di storie personali e di altri in cui il giovane artista si mette a nudo dimostrando una spiccata sensibilità. Approfondiamo la conoscenza del cantautore.

Partiamo dal tuo nuovo singolo “Tutte le volte”, puoi raccontarci da quali riflessioni è nato?

«”Tutte le volte” nasce da una frase che mi stavo canticchiando in macchina: “Lo sai che odio guidare a Milano, ma ti vengo a trovare lo stesso. Attorno a questa frase mi sono messo a raccontare di una vecchia storia dove lo stare con lei era messo in paragone al traffico di milano, cioè “bella milano, ma non ci vivrei”. Ho scritto di questo amore che si aggrappa anche a quello che fa male pur di stare in vità e di come strapparlo via possa finalmente farti respirare dopo il dolore».

C’è una frase del testo che, secondo te, rappresenta e sintetizza al meglio il senso del brano?

«“Sto annegando tra le tue labbra, ti prego insegnami a stare a galla”».

Dal punto di vista del sound, come è stato lavorare con i producer Zenit e Brail e che tipo di lavoro c’è stato in studio?

«Entrambi sono riusciti a portare la loro idea musicale all’interno del brano senza mai snaturarlo è stato quasi come lavorare con qualcuno che stava già nella mia testa, mi hanno fatto raccontare la verià del brano con cui poi siamo riusciti a dargli questa forma».

La tua partecipazione a Sanremo Giovani è stata una grande opportunità, cosa pensi di aver portato a casa da questa esperienza?

«Sicuramente una nuova consapevolezza di me stesso, vivere esperienze come questa ti permette di vedere per un attimo la tua vita da fuori, un po’ come uno spettatore che però conosce anche i “dietro le quinte”, ti ritrovi la possibilità di studiarti e capire quanta strada devi ancora fare. Certamente mi porto a casa anche un sacco di belle amicizie, la musica unisce sempre, anche in mezzo alle sfide».

Hai ricevuto tanti complimenti per la tua performance, 1ual è stato il feedback che ti ha colpito di più?

«Una ragazza che su instagram mi ha scritto di aver finalmente capito un po’ più a fondo la sua famiglia grazie alla mia esperienza e alla mia musica».

Questa esperienza si unisce a quella di X Factor del 2017 e al tour di Mahmood del 2022 dove hai partecipato in veste di corista. Se dovessi chiederti un bilancio, a che punto del tuo percorso senti di essere arrivato?

«Nonostante le esperienze sento di essere ancora all’inizio, forse sarà un sensazione che mi porterò dietro sempre. Ogni grande esperienza mi insegna quanto è lungo e pieno di possibilità diverse il percorso di un artista, e quanto io abbia ancora da imparare».

Per concludere, qual è l’insegnamento più importante che senti di aver appreso dalla musica fino ad oggi?

«“La pazienza è la virtù dei forti”, questa è la lezione più grande che mi abbia mai insegnato la musica, anche perchè è l’unico modo vero per godersela. Chi vuole fare musica nella propria vita deve mettere in conto che ci vuole pazienza, ed è proprio in quell’attesa che si forma l’artista, che nasce la sua unicità, dalla piacere di sapersi aspettare».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.