venerdì 22 Novembre 2024

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Silvio Sacchi: “Pinocchio? Un sapore attuale e decisamente realistico” – INTERVISTA

A tu per tu con il cantante emiliano, in uscita con il suo nuovo singolo intitolato “Pinocchio

Dopo aver lavorato con il maestro Adriano Pennino e con il cantautore Memo Remigi, Silvio Sacchi intraprende una nuova collaborazione con Diego Calvetti, musicista e produttore che non ha certo bisogno di presentazioni. Pubblicato lo scorso 17 dicembre dall’etichetta Clodio Music, “Pinocchio” è il titolo del brano composto dallo stesso Calvetti e da Stefano Raimondi, il cui testo trae spunto dalla celebre favola di Carlo Collodi. Le avventure del celebre burattino prendono nuovamente vita in questo brano concreto e ironico al punto giusto, il tutto adattato al mondo di oggi e a ciò che ci circonda.

Ciao Silvio, partiamo dal tuo nuovo singolo “Pinocchio”, che sapore ha per te questo pezzo?

«Il sapore direi che è decisamente attuale e realistico e viene addolcito dalla voce e dalla partecipazione dei bambini».

Il testo racconta, in chiave parodistica, quello che è  un po’ il mondo di oggi. Cosa ti ha ispirato questa riflessione?

«Aprire gli occhi e osservare quello che ci circonda… senza pregiudizi ma con l’utilizzo dell’ironia per sdrammatizzare diversi avvenimenti. Rimango comunque sempre positivo perché tutto cambia ed evolve».

Dal punto di vista musicale, invece, che tipo di sonorità avete voluto abbracciare?

«Abbiamo utilizzato un arrangiamento e dei suoni semplici e leggeri per contrastare la morale del testo».

Quali consigli e quale valore aggiunto ha donato al brano il Maestro Diego Calvetti?

«E’ l’ideatore e il creatore del brano, oltre al valore aggiunto dato dalla sua esperienza professionale. Per me e’ stata una bellissima esperienza lavorare con lui, mettendomi in gioco con un brano molto difficile da interpretare ma a me molto vicino».

Cosa aggiungono alla narrazione le immagini del videoclip diretto da Michele Vitiello?

«Michele ha dato vita alla storia, è riuscito a rappresentare la mia parte più introspettiva e anche l’altra parte giocosa del mio carattere».

Facciamo un salto indietro nel tempo, quando hai scoperto la tua passione per la musica?

«All’età di sei anni ho messo le mani per la prima volta sul pianoforte…mio padre e’ un musicista e pianista quindi sono stato indirizzato verso questa bellissima scoperta d’arte».

Quali ascolti hanno accompagnato e influenzato il tuo percorso?

«Ascolto sempre tanta musica di generi molto diversi…uno dei brani che preferisco cantare è “Angels” di Robbie Williams. Tra i diversi artisti italiani ho sempre avuto una passione per Tiziano Ferro, il suo modo di scrivere mi ha colpito molto».

Se il tuo punto di vista sulla società di oggi ci è ben chiaro, non posso non chiederti: come valuti l’attuale settore discografico?

«E’ un settore che ha risentito fortemente della digitalizzazione e in questo momento vive un processo di cambiamento decisivo. Speriamo che diano sempre di più la possibilità di far emergere artisti e musica originale».

Prossimi progetti in cantiere e buoni propositi per il 2020?

«Inizialmente vorrei concentrarmi su “Pinocchio”, ho un’idea sul progetto che mi piacerebbe portare avanti anche con altri artisti…ma avrò bisogno del supporto dei media per realizzarlo».

Per concludere, dove e a chi ti piacerebbe arrivare con la tua musica?

«Mi piacerebbe sviluppare un progetto sociale in beneficenza per donare una bella giornata a persone che ne hanno bisogno, ad esempio negli istituti pediatrici. Come ho anticipato, avrei bisogno di una comunicazione da parte dei media e penso che “Pinocchio” potrebbe insegnare tanto anche a me».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.