Il giovane rapper ci presenta in esclusiva il nuovo singolo prodotto da Big Fish e Marco Zangirolami
“Passerà” è il titolo del nuovo singolo di Simone Da Pra, giovane rapper di Belluno che ci ha presentato il brano in esclusiva in questa intervista spiegando l’importanza che ha per lui la scrittura e la musica in generale per superare le avversità della vita. Dopo la perdita della madre, e successivamente del nonno, Simone non ha mai mollato, nonostante i momenti di sconforto, ed ora è pronto a ricominciare con la voglia di lanciare un messaggio positivo.
Ciao Simone, partiamo dal tuo ultimo singolo, come nasce “Passerà”?
<<“Passerà” sostanzialmente è cadere 100 volte e rialzarsi 101, in particolare nasce dopo un brutto periodo: da una parte la perdita di mio nonno che per me è stato davvero tutto, una famiglia, una madre, un padre: era il centro del mio mondo. Dall’altra le cose in famiglia non sono andate così bene, chi da una vita mi ha sempre criticato per le scelte musicali, invece che restare in silenzio e capire il momento, non ha smesso di darmi contro. Così mi sono reso conto del “vuoto” che mi circondava, mi sono isolato, ho smesso di mangiare e dormire, ho perso 15 chili e non ho più scritto. Poi ad un certo punto mi sono guardato in faccia e ho detto “basta, o ti svegli e ti rialzi o qui è finita…”, da lì, grazie anche ai ricordi di mio nonno che mi ha sempre appoggiato anche nella musica, mi sono detto “glielo devo” e ho ricominciato a vivere>>.
Aprendo la tua homepage su YouTube si legge “Faccio musica perchè salva più gente di uno psicologo“: questo è un po’ il tuo motto? Si può dire che la musica ti ha salvato anche questa volta?
<<Senza speranza io non riesco a scrivere, c’è stato un periodo in cui avevo perso la speranza e infatti non ho scritto nulla per tre anni. Nel 2015 avevo iniziato un percorso in cui mi ero proposto di uscire con un brano ogni 6 mesi perchè, ad oggi, se non si sta al passo con i tempi sparisci. In realtà, nel mio caso, si è disperso tutto perchè non riuscivo ad avere speranza, scrivevo testi negativi, cupi e stavo tornando indietro invece che andare avanti: di messaggi negativi ce ne sono tantissimi e non occorre mi ci metta anch’io, poi per fortuna è tornata la speranza e ho ricominciato a scrivere. La musica, in effetti, mi ha sempre salvato, anche questa volta dove inizialmente non volevo essere salvato: è successo ancora. La musica aiuta tantissimo se la fai per sfogarti e dire qualcosa in cui c’è del sentimento: la scrittura poi per me è tutto, è la parte più bella del mio lavoro e se dovessi scegliere tra cantare e scrivere sicuramente sceglierei la seconda opzione>>.
Il singolo è stato prodotto e curato musicalmente da due nomi noti nel mondo rap (e non solo), Big Fish e Marco Zangirolami, com’è nata questa collaborazione?
<<Li apprezzo entrambi artisticamente da tantissimo tempo, sono stato fan dei Sottotono, prima, e di Fabri Fibra, poi. Ho conosciuto Fish in modo casuale ma non ho mai avuto il coraggio di fargli sentire nulla, poi un giorno ci siamo incontrati e mi ha detto “fammi sentire qualcosa”, magicamente siamo finiti a lavorare insieme. Anche con Marco è successo più o meno lo stesso, sono due professionisti incredibili, all’inizio volevo creare qualcosa che suonasse simile agli artisti che loro hanno prodotto in passato, poi ci siamo trovati in studio e abbiamo fatto tutto il contrario di quello che mi sarei aspettato e questa è davvero una figata per come la vedo io>>.
Quali sono i tuoi punti di riferimento (italiani o non) in campo musicale? C’è qualche artista anche della nuova scuola che reputi forte?
<<Guarda, io mi considero un fan delle canzoni più che degli artisti, se devo citare un album internazionale sicuramente “The Heist” di Macklemore e Ryan Lewis mi ha dato tanto. In Italia posso dirti che Ultimo è un artista che a mio avviso scrive davvero bene, così come sono rimasto molto colpito dalla canzone che ha trionfato Sanremo, “Non mi avete fatto niente” di Ermal Meta e Fabrizio Moro: penso che in questo momento abbiamo davvero bisogno di canzoni così. Poi, ripeto, a me più che gli artisti piacciono le canzoni, indipendentemente che io sia fan o no, se un pezzo merita va supportato>>.
Collaborazione dei sogni?
<<Sul piano della produzione spero davvero di continuare a lavorare con Fish e Marco perchè riescono a dare valore a quello che faccio oltre che a darmi consigli importanti. Come artisti non saprei: prima avrei detto Fabri Fibra assolutamente, che stimo e apprezzo da sempre, ora dico che per prima cosa non mi piace fare il featuring perchè conviene o ti dà visibilità, per far si che una collaborazione avvenga occorre sicuramente che ci sia interesse in quello che faccio>>.
Secondo te, puoi essere definito un rapper “impegnato”? E se la risposta è affermativa quanto questo credi possa pesare, nel bene e nel male, nella tua carriera?
<<Penso che trattare certi temi in un certo senso sia una lama a doppio taglio, preferisco mi si dica “non passo la tua canzone perchè non mi piace” piuttosto che sentirmi dire “non posso passarti perchè tratti temi come l’omofobia o la violenza di genere”, è una cosa che sinceramente mi fa ridere, sopratutto oggi dove la musica è sempre più priva di contenuti. Le canzoni, secondo me, devono portare qualcosa, ne abbiamo bisogno, come nel caso già citato di Ermal e Fabrizio>>.
Hai citato la musica di oggi: le classifiche di vendita e di streaming sono piene di rapper, praticamente il ragazzino che si mette a fare il rapper oggi è quello che 15 anni fa sognava di diventare calciatore. Ma secondo te qual è la via giusta per “arrivare”?
<<Io ho 30 anni, mi trovo veramente molto lontano dai nuovi modi di comunicare, sempre più improntati sull’immagine e sempre meno sulla musica. Oggi sono importanti i like e le visualizzazioni ma spesso si dimentica che la cosa importante alla fine è la musica che lasci. Io ai ragazzi che fanno musica ripeto sempre di farla con il cuore e di non “vendersi” mai, perchè una volta che hai venduto l’anima al diavolo non si può tornare indietro, la credibilità nella musica è tutto, ed è la cosa che assolutamente io non voglio mai perdere>>.
Sogni nel cassetto? Legati alla musica ma anche no…
<<Spero solo di continuare a scrivere canzoni e spero che sempre più gente capisca cosa c’è dietro, capisca di cosa parlo. Io sono questo ed è questo che mi interessa venga capito. Poi di sogni e fantasie da realizzare nei avrei talmente tante che dovremmo stare qui una settimana…>>.
Invece passando alle cose concrete cosa prevede il futuro per Simone Da Pra? Un disco? Dei live?
<<Disco non lo so, ho 5/6 pezzi pronti ma è da una decina di giorni che ho voglia di tornare a scrivere, spero di avere un pezzo nuovo entro poco tempo. Sul fronte live non ci ho ancora pensato, ammetto che un po’ di richiesta c’è, ma non voglio andare sul palco con un microfono tanto per fare una presenza, come ho fatto a 16 anni. Oggi ti dico che spero di arrivare a fare cose importanti dal vivo, vorrei creare uno spettacolo che valga la pena di essere visto, non voglio fare un live al quale non parteciperei>>.
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