giovedì 21 Novembre 2024

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Simonluca: “Attraverso la mia musica spingo l’ascoltatore a capire se stesso” – INTERVISTA

A tu per tu con il cantautore milanese, fuori dallo scorso 17 luglio con il singolo intitolato “Carisma

A pochi mesi dall’uscita del precedente brano “Libertà”, Simonluca torna in rotazione radiofonica e sulle piattaforme digitali con il nuovo inedito “Carisma”, scritto a sei mani con Valerio Tufo e Andrea DB Debernardi, che ne ha anche curato la produzione artistica, il mix e il master.

Ciao e benvenuto. Partiamo dal tuo singolo “Carisma”, cosa racconta?

«”Carisma” racconta di una mia relazione passata: ero molto preso ma distratto al tempo stesso, ero succube di alcuni vizi e passatempi che mi hanno poi effettivamente portato ad alienarmi e ad allontanarmi da una persona a cui tenevo molto».

Quali pensieri e quali stati d’animo ti hanno accompagnato durante la fase di composizione del pezzo?

«Mi hanno accompagnato diverse emozioni che si sono rincorse, accavallate e sovrapposte. Il sentimento predominante è ovviamente l’amore che, insieme alla voglia di trovare la mia anima gemella, è anche il tema centrale del brano». 

C’è una frase che, secondo te, rappresenta e sintetizza al meglio il senso dell’intera canzone?

«Credo che la prima strofa rappresenti alla perfezione il senso di tutta la canzone: “Ora sei tu con le spalle al muro, ne sono sicuro che stai pensando ancora a qualcuno, come se fossi nessuno, ricordo il tuo lungo capello scuro ed il tuo profumo e io che restavo sempre all’oscuro, perso dentro nel fumo”».

Musicalmente parlando, pensi di aver trovato il sound che più ti rappresenta e che mette maggiormente in risalto i colori della tua voce?

«Sicuramente il Pop/Latin è un genere che credo mi calzi a pennello, grazie al quale riesco ad esprimere al meglio il mio mondo interiore mettendolo in musica. già 5 anni fa sperimentai questo genere in un brano intitolato “Ascoltami”, contenuto nel mio primo CD».

Facciamo un salto indietro nel tempo, c’è stato un momento preciso in cui hai capito che tu e la musica eravate fatti l’uno per l’altra?

«Già da piccolo, grazie ad alcune scelte, mi sono avvicinato all’arte in genere e alla musica: facevo falegnameria, realizzavo sculture, cucivo e già dalle elementari suonavo il flauto traverso. Ho sperimentato vari strumenti musicali che però non ho mai approfondito quanto il canto. Nel 2012 ho iniziato ad esplorare il canto grazie alla spinta di un nuovo amico e nel 2013 ho scritto le mie prime canzoni che mi hanno portato a scegliere la strada del cantautorato».

A livello di ascolti, quali artisti e quali generi hanno accompagnato la tua crescita?

«Nella mia vita ho ascoltato tanta musica diversa in base al momento che stavo attraversando, da Battiato agli Articolo 31, Tiziano Ferro, Francesco Renga, Le Vibrazioni, Jamiroquai, J Balvin, Maluma, Bad Bunny e molti altri».

Cosa ti affascina di preciso dello scrivere canzoni?

«La cosa che più mi affascina è riuscire a trasmettere le mie emozioni ed esperienze per spingere chi ascolta a capire se stesso».

Quali sono i tuoi prossimi progetti in cantiere? Cosa dobbiamo aspettarci dalle tue prossime produzioni?

«Sicuramente un album di cui faranno parte anche i due singoli già pubblicati. Il genere di riferimento sarà anche per i successivi brani il Pop/Latin che darà un’omogeneità all’intero progetto».

Per concludere, a chi si rivolge oggi la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?

«La mia musica si rivolge a tutti, senza distinzioni e spero di riuscire, grazie un ritmo a cui è difficile resistere e dei testi in cui è facile ritrovarsi, ad arrivare ad un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.