venerdì 22 Novembre 2024

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Smiscio: “La musica è il mio modo di stare al mondo” – INTERVISTA

A tu per tu con il rapper sardo per parlare del singolo “Icaro“, nuovo estratto dall’Ep intitolato “Core

E’ disponibile in rotazione radiofonica e in digital download dall’11 ottobre “Icaro”, il nuovo singolo del rapper sardo Lorenzo Miscera, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Smiscio. Il brano, realizzato per Bianca Dischi e distribuito da Artist First, rappresenta un nuovo estratto dal suo Ep d’esordio Core, pubblicato lo scorso 20 settembre. Scritto e prodotto insieme a Venom e Lucky, sotto la supervisione e il mix di Roberto Macis, l’intero lavoro è stato anticipato dai videoclip “Street Life”, frutto della collaborazione con il rapper cagliaritano Leschio, e “Tutti fanno trap”, usciti rispettivamente ad aprile e luglio di questo 2019. 

Ciao Lorenzo, partiamo dal tuo nuovo singolo “Icaro”, cosa racconta?

«”Icaro” racconta i postumi di una storia d’amore finita. Descrive lo stato d’animo di abbandono e solitudine per la perdita di un’amore così forte che, è stato elaborato come un lutto».

A livello musicale, quali sonorità hai scelto di abbracciare per affrontare una tematica così delicata?

«Il miglior vestito per il peggior racconto non poteva essere che qualcosa di nostalgico e speranzoso allo stesso tempo. Una strumentale molto articolata con quel mood da ballade e l’addio come cornice, tra un’armonia ricercata che potesse descrivere a pieno il mio stato d’animo e le parole a concretizzarlo».

Cosa aggiungono le immagini del videoclip diretto da Paolo Maneglia?

«Volevo far vedere a tutti come mi sono sentito, come mi sento ripensandoci, cosa ha rappresentato per me una perdita così importante. Le parole per quanto esaustive, non bastavano. Volevo fossero rappresentate a pieno quelle sensazioni che spesso tralasciamo: un atteggiamento, un semplice sguardo».

https://www.youtube.com/watch?v=oh04D2dYzkY&feature=youtu.be&fbclid=IwAR0LJ80IG1IYol4ZJE6LjRzXpE4Tk-NWxJ0jkc2jth_w9v0G8iZhG0Nqo-k

Quando e come hai scoperto la tua passione per la musica?

«Sono sempre stato affascinato dalle rime sin da bambino, la musica è arrivata dopo. La mia è sempre stata una scrittura d’esigenza, di necessità. Ho difficoltà a descrivere un immaginario troppo distante da quello che mi circonda, dalle realtà che vivo e scopro. È il mio modo di stare al mondo».

Quali ascolti hanno accompagnato e ispirato la tua crescita?

«Ho sempre avuto una fervida passione per i liricisti e gli empatici. Mi piace chi lotta, chi trasmette un’emozione, chi mi da uno scorcio di realtà di cui non sono a conoscenza, chi racconta».

Ti senti rappresentato dall’attuale scenario discografico e da ciò che si ascolta oggi?

«Io mi sento rappresentato da me, e basta. La discografia italiana non è Lorenzo, non è la mia vita».

Come se la sta passando la scena rap, oggi, in Italia?

«Sicuramente al passo coi tempi. Il genere di nicchia con il passare degli anni è totalmente esploso. L’Italia ha tantissimi artisti validi e diversi al tempo stesso».

“Icaro” rappresenta un estratto dal tuo Ep d’esordio intitolato “Core”, com’è nato e chi ha collaborato con te alla realizzazione di questo progetto?

«”Core” è nato dal bisogno di poter racchiudere una mini biografia, una sorta di biglietto di presentazione. Ho descritto la mia distanza artistica dalla maggior parte degli emergenti, la vita comune di un ragazzo, l’amore e la famiglia. Ho avuto la fortuna di poter conoscere e collaborare con persone fantastiche: dai beatmakers (Venom, Lucky) alle produzioni in studio con Roberto Macis. Dai videoclip con Paolo Maneglia al featuring con Leschio. Ma il ringraziamento più grande va a Fabio e Alberto (Biancadischi) della mia etichetta: senza di loro nulla di tutto ciò sarebbe mai stato possibile».

Per concludere, dove desideri arrivare con la tua musica?

«Potrei fare mille preamboli ma mi basta poco: voglio arrivare al cuore delle persone».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.