Solchi, parliamo de “Il viaggiatore del sogno” di Toquinho

Il fascino del vinile, tra scoperte e riscoperte musicali: parliamo di “Il viaggiatore del sogno” di Toquinho. A cura di Marco Baroni
In un’era digitale, dove tutto è a portata di clic, il vinile resiste come un simbolo di autenticità, passione per la musica e rimane un oggetto prezioso, capace di raccontare storie attraverso i suoi solchi incisi.
In questa rubrica, Marco Baroni ci guiderà in un viaggio attraverso i solchi di vinili che hanno fatto la storia, esplorando non solo i classici intramontabili, ma anche le gemme nascoste ec he meritano un posto d’onore nelle collezioni degli appassionati.
Ogni settimana, esploreremo insieme dischi leggendari che hanno segnato la musica italiana, tra rarità dimenticate e indiscussi capolavori, riscoprendo il piacere di un ascolto autentico e senza tempo “Solchi” è il luogo dove la musica torna a vibrare in tutta la sua purezza.
Il nostro viaggio prosegue con “Il viaggiatore del sogno” di Toquinho, pubblicato da BMG nel 1991.
Solchi, parliamo de “Il viaggiatore del sogno” di Toquinho
All’ultimo Festival di Sanremo l’abbiamo visto come ospite di Gaia nella serata cover, con la quale ha duettato su un brano del celebre disco “La voglia la pazzia” inciso nel 1976 con Vinicius De Moraes e la gigantesca Ornella Vanoni.
Lo recensisco su questo album del 1991 prodotto da Maurizio Fabrizio, con il quale Toquinho firma alcuni inediti come “Questa vita canzone” e la splendida “Il viaggiatore del sogno”, per poi reinterpretare alcuni classici della musica italiana.
Degnissime di nota, “E’ festa” di Fabio Concato con lo stesso Concato ai cori, e “La casa in riva al mare” con Dalla in sottofondo, l’interpretazione del brasiliano non aggiunte nulla ai capolavori, ma la cosa che colpisce è il rispetto con il quale si accinge a toccare piano queste opere, come ad aver paura di rovinarle.
Disarmante nella sua semplicità. “In tournée” racconta le pause tra i concerti, mentre in “Ricetta” cerca di elencare alcuni suggerimenti per vivere meglio la vita. Le atmosfere sono ovviamente sudamericane, suonate egregiamente da musicisti di prima qualità come Claudio Guidetti e Agostino Marangolo. Fa capolino anche il magico Beppe Quirici al basso a dare un tocco universale di italianità.
“Piove” è una canzone meravigliosa, che descrive la pioggia come sacra, declinando il suo ruolo (occidentale) di cattiva compagnia o rovinatrice di giornate. C’è spazio ancora per “Dentro” suadente ballata sui vari lati dell’emotività. Un disco lontano dal successo che rese popolare Toquinho nel nostro paese ai tempi di “Acquerello”, ma di rara bellezza e delicatezza negli arrangiamenti. Musica che fa bene al cuore.