Solchi, parliamo del disco “Rospo” dei Quintorigo

Il fascino del vinile, tra scoperte e riscoperte musicali: parliamo di “Rospo” dei Quintorigo. A cura di Marco Baroni
In un’era digitale, dove tutto è a portata di clic, il vinile resiste come un simbolo di autenticità, passione per la musica e rimane un oggetto prezioso, capace di raccontare storie attraverso i suoi solchi incisi.
In questa rubrica, Marco Baroni ci guiderà in un viaggio attraverso i solchi di vinili che hanno fatto la storia, esplorando non solo i classici intramontabili, ma anche le gemme nascoste ec he meritano un posto d’onore nelle collezioni degli appassionati.
Ogni settimana, esploreremo insieme dischi leggendari che hanno segnato la musica italiana, tra rarità dimenticate e indiscussi capolavori, riscoprendo il piacere di un ascolto autentico e senza tempo.“Solchi” è il luogo dove la musica torna a vibrare in tutta la sua purezza.
Il nostro viaggio prosegue con “Rospo” dei Quintorigo, pubblicato da Universal nel 1999.
Solchi, parliamo del disco “Rospo” dei Quintorigo
È possibile che esista una rock band senza il trio chitarra basso batteria? Non le persone, gli strumenti. Sì. E che al loro posto ci siano saxofoni, violoncelli e violini? Sì. E che alla voce ci sia un talento folle e fenomenale capace di restare nel tempo? Sì. Il vecchio millennio all’ultimo ci ha regalato un disco fenomenale!
I romagnoli Quintorigo pubblicarono nel 1999 “Rospo”, portandolo pure a Sanremo. Ci arrivarono dalla porta accanto, da quella “Accademia della canzone” che sceglieva, su migliaia di iscritti, un paio di fortunati per il grande palco dell’Ariston.
L’album è un manifesto di note suonate su canzoni a ritmo spasmodico come l’apertura con “Kristo sì“ dialogo a suon di vocalizzi con Gesù. Arriva “Rospo” e le orchestrazioni si accendono in questo brano dalla composizione complessa e dalla varietà di timbriche vocali impressionante del cantante, John De Leo.
“Nero vivo” è una corsa sul tempo senza respiro. “Zapping” e “We want Bianchi” sono puro divertissement e sperimentazione. Attenzione a “Sogni o bisogni” e a “Heroes” presa in prestito da David Bowie che se l’avesse sentita avrebbe probabilmente sorriso.
Peccato per l’esclusione di una track presente solo nel cd singolo di “Kristo sì“, ovvero un’altra cover, “Purple Haze” di Jimi Hendrix, esperimento folle dove a prendere fuoco al posto delle chitarre, sono ancora una volta i violini.
“Rospo” compie 26 anni ed è per la prima volta in vinile! Per la mia gioia certo, ma anche per quella di altri fan.