Il fascino del vinile, tra scoperte e riscoperte musicali. A cura di Marco Baroni
In un’era digitale, dove tutto è a portata di clic, il vinile resiste come un simbolo di autenticità, passione per la musica e rimane un oggetto prezioso, capace di raccontare storie attraverso i suoi solchi incisi. album Luca Carboni
In questa rubrica, Marco Baroni ci guiderà in un viaggio attraverso i solchi di vinili che hanno fatto la storia, esplorando non solo i classici intramontabili, ma anche le gemme nascoste ec he meritano un posto d’onore nelle collezioni degli appassionati.
Ogni settimana, esploreremo insieme dischi leggendari che hanno segnato la musica italiana, tra rarità dimenticate e indiscussi capolavori, riscoprendo il piacere di un ascolto autentico e senza tempo. “Solchi” è il luogo dove la musica torna a vibrare in tutta la sua purezza.
Il nostro viaggio prosegue con “Luca Carboni” di Luca Carboni, pubblicato da Sony Music nel 1989.
Solchi, parliamo dell’omonimo album di Luca Carboni
Questo vinile (lo sto ascoltando proprio adesso), resta cristallino nella memoria dei fan come negli annali della musica italiana. E’ proprio un diamante, davvero. Stiamo per entrare nei ’90, e Luca Carboni, cantautore bolognese dalla poetica urbana mista ad una sensibilità fuori dal comune, è già famoso dopo il debutto con “E intanto Dustin Hoffman Non Sbaglia Un Film” e il successivo “Forever”.
Questo album omonimo, supera il milione di copie grazie a canzoni come “Silvia lo sai”, racconto di un amore contaminato dalla droga, brano senza tempo. Altri esempi di grandezza poetica sono “Gli autobus di notte” e “Chicchi di grano”, oltre alla conosciutissima “Vieni a vivere con me”, c’è un brano che ho sempre amato in particolare nella sua totale bellezza, non tanto popolare.
“Caro Gesù“ è un confronto con Dio dall’adolescenza dove si frequentava la parrocchia, fino al conoscere la vita per quella che è, ovvero una corsa ad ostacoli per tutti, facendo riferimento al denaro che non dà la felicità, frase che sentiamo ancora oggi, sicuramente non inventata da Carboni, ma maledettamente attuale ancora adesso.
“Farfallina” aiutò il disco a vendere tantissimo come detto sopra, ma il filo conduttore di questo disco sono la giovinezza, l’amore, la spensieratezza e una buona dose di consapevolezza dei problemi nel cercare una soluzione, anche nel semplice e mai banale riconoscerli. E’ un lavoro da ascoltare per intero, tesori nascosti come “Lungomare” (brividi ad ogni ascolto nel mia frase preferita dove il mare mosso sembra manovrato da “mani di lavandaie”) “La voglia di vivere” e la chiusura con “Chicchi di grano”, ripeto a costo del vostro sfinimento, poesie.
Luca Carboni, artista educato e pronto alla condivisione della sua musica solo quando necessario, dopo un lungo silenzio è tornato a condividere la sua vita dopo un momento difficile, per una mostra di quadri in programma nella sua Bologna, per chi non lo sapesse musica a parte, la pittura e buona parte delle grafiche dei suoi dischi provengono dalla stessa mano. Siamo tutti pronti ad osservare e ancor di più ad ascoltare quanto prima nuova musica. Se accettate un consiglio, ripassate o cominciate da questo capolavoro.
Marco Baroni
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