Solchi, parliamo di “2640” di Francesca Michielin

Il fascino del vinile, tra scoperte e riscoperte musicali: parliamo di “2640” di Francesca Michielin. A cura di Marco Baroni
In un’era digitale, dove tutto è a portata di clic, il vinile resiste come un simbolo di autenticità, passione per la musica e rimane un oggetto prezioso, capace di raccontare storie attraverso i suoi solchi incisi.
In questa rubrica, Marco Baroni ci guiderà in un viaggio attraverso i solchi di vinili che hanno fatto la storia, esplorando non solo i classici intramontabili, ma anche le gemme nascoste ec he meritano un posto d’onore nelle collezioni degli appassionati.
Ogni settimana, esploreremo insieme dischi leggendari che hanno segnato la musica italiana, tra rarità dimenticate e indiscussi capolavori, riscoprendo il piacere di un ascolto autentico e senza tempo.“Solchi” è il luogo dove la musica torna a vibrare in tutta la sua purezza.
Il nostro viaggio prosegue con “2640” di Riccardo, pubblicato da Sony nel 2018.
Solchi, parliamo di “2640” di Francesca Michielin
Questo è un disco perfetto per scoprire Francesca Michielin. Una delle carriere post talent più fortunate. Ma sotto c’è talento e bravura, e soprattutto forza. Francesca trasmette con la sua personalità musicale, passione. Qui abbiamo le idee chiare già dalla partenza con “Comunicare”, per poi passare dal singolo splendido “Bolivia”, tra suoni sintetici ma espressamente pieni.
C’è anche la penna di Calcutta che scrive il capolavoro “Io non abito al mare” una delle più belle canzoni di questi ultimi dieci anni. L’album parte con “Vulcano” che si piazzò bene nell’AirPlay italiano con la sua martellante sonorità. Spazio all’emozione anche in “E se c’era” piccola stellina del disco. Una dedica al pilota-mito Alonso, e il gioco è un disco di successo.
Tra migliaia di talenti che fanno la corsa per accaparrarsi il successo, qui oltre ad una buona capacità di base notata in prima battuta da Elisa, c’è anche une preparazione maturata con il tempo e con …lo studio. Si, proprio quello. Brava Francesca. È l’umanità che fa la differenza…