Solchi, parliamo di “Crocevia” dei La Crus

Crocevia La Crus

Il fascino del vinile, tra scoperte e riscoperte musicali: parliamo di “Crocevia” dei La Crus. A cura di Marco Baroni

In un’era digitale, dove tutto è a portata di clic, il vinile resiste come un simbolo di autenticità, passione per la musica e rimane un oggetto prezioso, capace di raccontare storie attraverso i suoi solchi incisi.

In questa rubrica, Marco Baroni ci guiderà in un viaggio attraverso i solchi di vinili che hanno fatto la storia, esplorando non solo i classici intramontabili, ma anche le gemme nascoste ec he meritano un posto d’onore nelle collezioni degli appassionati.

Ogni settimana, esploreremo insieme dischi leggendari che hanno segnato la musica italiana, tra rarità dimenticate e indiscussi capolavori, riscoprendo il piacere di un ascolto autentico e senza tempo.“Solchi” è il luogo dove la musica torna a vibrare in tutta la sua purezza.

Il nostro viaggio prosegue con “Crocevia” dei La Crus, pubblicato da WEA nel 2000.

Solchi, parliamo di “Crocevia” dei La Crus

I La Crus realizzarono questo disco e ricordo bene quando lo sentii la prima volta. Mi servì per continuare la mia ricerca verso le belle canzoni classiche italiane. Qui troviamo un ouverture fuori dal comune con “Estate” di Bruno Martino, brano iconico che scaravolta il senso positivo della stagione più amata di sempre. Qui in una versione arricchita da una tromba delicata che fa da contrappunto alla voce unica di Mauro Ermanno Giovanardi.

Il duetto su “Pensiero stupendo” con Patty Pravo che fu anche un singolo, è senza precedenti, nel senso che su una base dub piena di sintetizzatori e rumori sottostanti m, le due voci (in questo caso sullo stesso registro basso) giocano e rendono la sensualità di questo brano dai significati contrastanti. 

Spazio agli Afterhours con “Tutto fa un po’ male” per inserire tra i classici anche canzoni amate dal duo, cosa riuscissima nel caso della band di Manuel Agnelli. “Annarella” dei CCCP è fuorviante quanto splendida. Avanti con “Via con me” di Paolo Conte , “E penso a te” di Battisti, e una versione mai sentita prima della splendida “Giugno 73” di Fabrizio De Andrè. 

La costruzione d’amore” di Ivano Fossati, cantata da tantissimi, qui splende di luce diversa e ulteriormente accattivante. Non ho mai amato le rivisitazioni prima di questo disco, perchè i La Crus sono sempre stati una meraviglia, e il loro tratto distintivo è unico. Cercatelo!

Scritto da Marco Baroni
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