Solchi, parliamo di “Hanno ucciso l’Uomo Ragno” degli 883

Solchi - 883 - Hanno ucciso l'uomo ragno

Il fascino del vinile, tra scoperte e riscoperte musicali. A cura di Marco Baroni

In un’era digitale, dove tutto è a portata di clic, il vinile resiste come un simbolo di autenticità, passione per la musica e rimane un oggetto prezioso, capace di raccontare storie attraverso i suoi solchi incisi.

In questa rubrica, Marco Baroni ci guiderà in un viaggio attraverso i solchi di vinili che hanno fatto la storia, esplorando non solo i classici intramontabili, ma anche le gemme nascoste ec he meritano un posto d’onore nelle collezioni degli appassionati.

Ogni settimana, esploreremo insieme dischi leggendari che hanno segnato la musica italiana, tra rarità dimenticate e indiscussi capolavori, riscoprendo il piacere di un ascolto autentico e senza tempo. “Solchi” è il luogo dove la musica torna a vibrare in tutta la sua purezza.

Il nostro viaggio prosegue con “Hanno ucciso l’Uomo Ragno” degli 883, pubblicato da Tri Records nel 1992.

Solchi, parliamo di “Hanno ucciso l’Uomo Ragno” degli 883

Agli albori degli anni i ’90 gli 883, erano due ragazzi pavesi in cerca di fortuna, la storia è ben conosciuta oggi, si tratta di un progetto discografico marchiato Claudio Cecchetto, che ebbe un impatto sul mercato immediato e potentissimo, ancora prima di conoscere i volti di Max Pezzali e Mauro Repetto, erano già un mito per la generazione di adolescenti di quel periodo.

Il disco, incentrato su un pop rock piuttosto diretto e spinto, divenne celebre grazie alla title track che tuttora è una delle canzoni più famose di ciò che rimane, il solo Pezzali, poi approdato a stadi sempre sold out e a una “nuova” se così si può dire fama, grazie anche alla serie tv su di loro da poco pubblicata.

La forza di altre canzoni di questo esordio dalle uova d’oro, sono “Non me la menare”, la super veritiera (per il periodo) “Con un deca”, “Te la tiri” e “Jolly blue”. Si è detto tanto di loro in quel periodo, non vennero mai davvero considerati un fenomeno artistico dato i risultati spaventosi di impatto sulla massa, milioni di copie, però con il passar degli anni, la scrittura dei due è diventata lo specchio riflesso di quella generazione di cui sopra, con quello che c’era allora, quel tempo dove senza la tecnologia, dove la libertà di espressione per un duo di giovani ragazzi poteva giusto raccontare la provincia, e far sentire milioni di ragazzi parte di quella provincia, grazie appunto alle canzoni.

Una nuova ondata di successo è meritata nel senso che agli under 16 questa omonima serie tv, potrà raccontare qualcosa di bello accaduto a due semplici ragazzi che dalla provincia pavese, fatta di bar e periferie, ne uscirono paladini grazie alla forza e alla sincerità delle canzoni.

Scritto da Marco Baroni
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