Solchi, parliamo di “Montgolfières” di Gianmaria Testa
Il fascino del vinile, tra scoperte e riscoperte musicali: parliamo di “Montgolfières” di Gianmaria Testa. A cura di Marco Baroni
In un’era digitale, dove tutto è a portata di clic, il vinile resiste come un simbolo di autenticità, passione per la musica e rimane un oggetto prezioso, capace di raccontare storie attraverso i suoi solchi incisi.
In questa rubrica, Marco Baroni ci guiderà in un viaggio attraverso i solchi di vinili che hanno fatto la storia, esplorando non solo i classici intramontabili, ma anche le gemme nascoste ec he meritano un posto d’onore nelle collezioni degli appassionati.
Ogni settimana, esploreremo insieme dischi leggendari che hanno segnato la musica italiana, tra rarità dimenticate e indiscussi capolavori, riscoprendo il piacere di un ascolto autentico e senza tempo.“Solchi” è il luogo dove la musica torna a vibrare in tutta la sua purezza.
Il nostro viaggio prosegue con “Montgolfières” di Gianmaria Testa, pubblicato da Label Bleu nel 1995.
Solchi, parliamo di “Montgolfières” di Giammaria Testa
La storia di questo artista è la dimostrazione che la passione vince. Cantautore di spessore, poetico e guardingo su un mondo pieno di anfratti da esplorare tra emozioni e sentimenti. Per 40 anni capostazione, poi l’amore per la musica ha vinto la vita “normale”.
Grazie a questo primo album, Testa divenne famoso prima in Francia per poi rientrare in Italia “placcato” d’oro di quel marchio da star ottenuto altrove. “La traiettoria delle mongolfiere”, misteriosa parodia sul come possano lasciare invariato il quadro intorno alla loro partenza, tra zavorre e ormeggi. “Habanera” ci racconta uno stile musicale dalle troppe vite, nessuna certa fino in fondo, radici che si fondono tra tradizione e mistero.
“La donna della stazione” sulla chitarra classica, è poesia dolce ed educata, su quello che sarebbe potuto essere ma non è stato, per per la mancanza di tempo, tipica delle zone di passaggio. Giu il cappello per una delle canzoni d’amore più belle della musica italiana. “Dentro alla tasca di un qualunque mattino” è questo. Il portarsi addosso come facciamo con chi amiamo, in questo caso la tasca è la nostra casa, la nostra protezione.
La mano è sempre vicino alla tasca. Pronta ad accarezzare. O a salutare. Capolavoro. Dedicatela a qualcuno!!! “Un aeroplano a vela” vola contro la guerra in modo fiabesco. Tra carta e bandiere senza segni, in modo da rendere la convivenza senza appartenenza o diritto di rivendicazione. Chiudo con “Le donne nella stazioni”, dove c’è sempre qualcuno che le aspetta, e non si voltano più.
Gianmaria Testa da qualche anno lo immagino che osservi questo mondo da una delle sue mongolfiere, con l’espressione guardinga… Cercatelo e come dico sempre, fatelo vostro!