martedì 3 Dicembre 2024

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Solchi, parliamo di “Non farti cadere le braccia” di Edoardo Bennato

Il fascino del vinile, tra scoperte e riscoperte musicali. A cura di Marco Baroni

In un’era digitale, dove tutto è a portata di clic, il vinile resiste come un simbolo di autenticità, passione per la musica e rimane un oggetto prezioso, capace di raccontare storie attraverso i suoi solchi incisi.

In questa rubrica, Marco Baroni ci guiderà in un viaggio attraverso i solchi di vinili che hanno fatto la storia, esplorando non solo i classici intramontabili, ma anche le gemme nascoste ec he meritano un posto d’onore nelle collezioni degli appassionati.

Ogni settimana, esploreremo insieme dischi leggendari che hanno segnato la musica italiana, tra rarità dimenticate e indiscussi capolavori, riscoprendo il piacere di un ascolto autentico e senza tempo. “Solchi” è il luogo dove la musica torna a vibrare in tutta la sua purezza.

Il nostro viaggio prosegue con “Non farti cadere le braccia” di Edoardo Bennato, pubblicato da Orizzonte nel 1973.

Solchi, parliamo di “Non farti cadere le braccia” di Edoardo Bennato

Siamo nel 1973 quando Edoardo Bennato, napoletano DOC pubblica questo esordio fulminante. Bennato è un istrione della canzone d’autore, innovatore, nel senso che il suo stile da folk singer munito di armonica a bocca alla Bob Dylan, non ha avuto eguali se non per artisti appartenenti alla scuola romana, De Gregori su tutti.

Il modo di fare sgangherato, e quella voce singhiozzata hanno contribuito a farlo diventare una leggenda, per sfrontatezza e temi sociali come per ballate e riflessioni sentimentali. Da questo inizio, ritornano alla memoria brani iconici come “Una settimana un giorno”, “Campi flegrei” e la strepitosa “Un giorno credi”, insomma un disco azzeccato dalla prima all’ultima nota suonata o parola cantata.

Unico problema: successo zero. Ma come? Eh sì, non fu accolto minimamente dal pubblico a causa della scarsa promozione, in un certo senso della vietata promozione, siccome i dirigenti delle televisioni e delle radio lo consideravano appunto troppo… sgraziato e urlante. In realtà è un album che una volta arrivato finalmente al cuore del grande pubblico, contribuirà a rendere Bennato quello che poi è diventato, scusate la tripla rima…non proprio un “Rinnegato” , ma un vero artista pieno di grande forza nell’uso della parola e dalla critica feroce e tagliente allo stesso tempo.

Il successo dopo, sarà così grande da regalargli un primato su tutti: Edoardo Bennato è stato il primo artista italiano a riempire lo Stadio San Siro di Milano, nel 1980, per l’esattezza il 18 luglio. Il “solco” è stato tracciato nel 1973, arriveranno anni gloriosi e tanto successo, ma Bennato è ancora su palco con quel fucile, scusate, chitarra, a tirare frecce nel bersaglio, una dopo l’altra. La sua grande discografia lo dimostra perfettamente. Cominciate da qui: non ve ne pentirete.

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Marco Baroni

Marco Baroni nasce a Sassuolo (Mo) il 27 febbraio 1983. Fin dall'infanzia respira musica, prevalentemente influenzata dai vinili del padre, giornalista e appassionato di cantautori. Inizia la sua carriera nel 1999, nel 2007 partecipa al Festival di Sanremo tra le Nuove Proposte con il brano "L'immagine che ho di te". Vanta tre album in studio (l'ultimo "Luoghi comuni" pubblicato nel 2023) e diverse collaborazioni in veste di autore.