Solchi, parliamo di “Sabato domenica e lunedì” di Nino Buonocore

Il fascino del vinile, tra scoperte e riscoperte musicali: parliamo di “Sabato domenica e lunedì” di Nino Buonocore. A cura di Marco Baroni
In un’era digitale, dove tutto è a portata di clic, il vinile resiste come un simbolo di autenticità, passione per la musica e rimane un oggetto prezioso, capace di raccontare storie attraverso i suoi solchi incisi.
In questa rubrica, Marco Baroni ci guiderà in un viaggio attraverso i solchi di vinili che hanno fatto la storia, esplorando non solo i classici intramontabili, ma anche le gemme nascoste ec he meritano un posto d’onore nelle collezioni degli appassionati.
Ogni settimana, esploreremo insieme dischi leggendari che hanno segnato la musica italiana, tra rarità dimenticate e indiscussi capolavori, riscoprendo il piacere di un ascolto autentico e senza tempo.“Solchi” è il luogo dove la musica torna a vibrare in tutta la sua purezza.
Il nostro viaggio prosegue con “Sabato domenica e lunedì” di Nino Buonocore, pubblicato da Emi nel 1990.
Solchi, parliamo di “Sabato domenica e lunedì” di Nino Buonocore
Registrato a New York con alcuni strepitosi session man e prodotto da Willy David, Nino Buonocore regala al suo pubblico nel 1990 questo disco, che oltre a contenere la canzone sua più celebre, quel capolavoro che è e rimane “Scrivimi”, è altrettanto composto da brani come “Solo un po’ di paura” dove i fiati sembrano disegnare un panorama primaverile intorno ad un testo che ci spiega come l’eccitazione di un incontro possa farci sentire impreparati.
Tornano i fiati in “Abitudini”, canzone che ho sempre amato molto per il suo approccio jazz nel pop, il jazz diventerà sempre più centrale nella carriera di Nino Buonocore. Se i testi sono disimpegnati come ho letto alcune volte in articoli che parlavano di Nino, è anche vero che il cantautore napoletano ha saputo raccontare la quotidianità esattamente per quella che è, diretta e semplice.
“La terra dei diamanti” è un esempio di ballata meravigliosa, sull’incapacità di chiudere gli occhi davanti al dolore quando basterebbe cogliere il poetico di un nuovo giorno. Da consigliare interamente l’ascolto, compresi altri episodi come “Blu estate” la latin “Oi senorità”, il tutto condito dalla loro solarità di base. “Scrivimi” partecipo al Festivalbar… sì, i brani lenti facevano successo in estate, e che successo, impossibile pensarlo oggi. Tra i miei preferiti di sempre, consiglio l’ascolto di questo album.