“Solo per te” di Tricarico: te la ricordi questa?

Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare ancora. Oggi parliamo di “Solo per te” di Tricarico
La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 2005 con “Solo per te” di Tricarico.
Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.
Ti sblocco un ricordo: “Solo per te” di Tricarico
Ci sono canzoni che non somigliano a nulla di quello che hai ascoltato prima. Non seguono uno schema, non cercano l’approvazione, non vogliono stupire. Eppure ti spaccano il cuore in due, perché parlano in una lingua primordiale, quella dei sentimenti più puri, più nudi, più autentici. “Solo per te” di Francesco Tricarico è una di queste.
Un brano disarmante, dolcissimo, spiazzante. Una preghiera laica, un Cantico delle creature in salsa pop-rock, con l’assolo di chitarra elettrica finale che si contrappone a un meraviglioso giro di archi. Il crescendo finale è una sequenza di immagini quotidiane che, messe una dopo l’altra, raccontano la vita vera: quella fatta di piccole cose, di donne che guidano, di figli che tornano, della luce accesa in cucina che è il simbolo più semplice e potente del prendersi cura, del restare, del condividere.
“Solo per te” è una poesia musicata sull’importanza del saper amare senza fare domande, e sull’accorgersi che a volte, senza volerlo, proprio nel momento in cui ci sentiamo liberi da aspettative, ci consegniamo completamente agli altri. Tricarico confeziona una canzone rivolta a chi crede che l’amore sia stupore e resa, a chi lo cerca ancora, tra la paglia e i gigli, tra i pesciolini e i conigli.
Il testo di “Solo per te” di Tricarico
Amo l’acqua perché non mi ha mai chiesto niente
Amo agosto perché non mi ha mai chiesto niente
Amo la paglia perché non mi ha mai chiesto niente
Amo la roccia perché non mi ha mai chiesto niente
Il giglio perché non mi ha mai chiesto niente
Amo il coniglio perché non mi ha mai chiesto niente
Il fuoco perché non mi ha mai chiesto niente
Il vento perché non mi ha mai chiesto niente
Amo il rubino perché non mi ha mai chiesto niente
Perché non te ne importa niente
Perché non me ne importa niente
Ma io cosa ho chiesto quando ti ho visto
A te, a te
Che mi hai guardato e poi mi hai detto
Per te, solo per te
Amo il cotone perché non mi ha mai chiesto niente
Amo il gatto perché non mi ha mai chiesto niente
Amo le alghe perché non mi han mai chiesto niente
Amo la terra perché non mi ha mai chiesto niente
I fili d’erba perché non mi han mai chiesto niente
Il pesciolino perché non mi ha mai chiesto niente
Amo il pane perché non mi ha mai chiesto niente
(Amo) gli alberi perché non mi ha mai chiesto niente
Perché non te ne importa niente
Perché non me ne importa niente
Ma io cosa ho chiesto quando ti ho visto
A te, a te
Che mi hai guardato e poi mi hai detto
Per te, solo per te
La mimosa a marzo è gialla
L’universo si allarga, si spande
Tutti gli uomini vanno a lavoro
I ragazzi a scuola e i bambini all’asilo
La mia donna che guida la luce
Si è accesa la luce in cucina
Guarda, guarda se tornano i figli
L’amore, la vita con te (con te)
Ma io cosa ho chiesto quando ti ho visto
A te, a te
Ma io cosa ho chiesto quando ti ho visto
A te, a te
Che mi hai guardato e poi mi hai detto
Per te, solo per te, solo per te