A tu per tu con la band vincitrice della decima edizione italiana di X Factor, in uscita con il singolo “Coma”
Convincono anche cantando in italiano i Soul System, che non snaturano il proprio stile riconoscibile e ben definito, trovando nella lingua un valore aggiunto. “Coma” è il titolo del singolo scelto per affrontare la torrida estate 2019, un brano che sancisce l’inizio del sodalizio artistico tra Zibba e la band composta da: Leslie NKum Sackey (voce melodica), Samuel Nyame Bismarck Jr in arte “Don Jiggy” (rapper e song writer), David Anokye Yeboah (basso), Ainoo Joel (tastiere), Alberto Patuzzo (batteria). A due anni e mezzo dalla vittoria della decima edizione italiana di X Factor, i cinque musicisti sono pronti a rimettersi in gioco con il pezzo giusto e una nuova consapevolezza.
Ciao ragazzi, partiamo da “Coma”, il vostro nuovo singolo, com’è nato e cosa rappresenta per voi?
«E’ nato dopo un periodo di riflessione che ci siamo presi prima di ripartire con un nostro nuovo progetto, di base tendiamo sempre a sperimentare, scoprendo nuove sfaccettature di noi, questa volta siamo voluti ripartire dallo scrivere in italiano, siamo molto contenti e soddisfatti del risultato».
E’ stato difficile riuscire a mantenere intatto il vostro stile anche nella nostra lingua?
«Questa è stata la sfida principale che abbiamo dovuto affrontare, scrivere testi in inglese per noi è sempre stato più facile. Il nostro obiettivo era quello di riuscire a realizzare un qualcosa di credibile, non banale, che non sembrasse una semplice traduzione, grazie a Zibba siamo riusciti a trovare quello che cercavamo».
Umanamente com’è stato questo incontro con Zibba?
«Beh, amore a prima vista (sorridono, ndr), ci siamo incontrati in studio da lui e abbiamo scoperto di avere molti gusti musicali in comune, per cui è nata da subito una grande sintonia. Da lì abbiamo iniziato a creare tante cose insieme, “Coma” è la prima di una lunga e prolifica serie di canzoni».
Nelle scorse ore è stato annunciato il vostro feat con Deborah Iurato, nel suo nuovo singolo “Stammi bene (On my mind)”, com’è nata quest’altra collaborazione?
«Anche questo è stato un piacevole incontro, come tutte le cose belle è nato un po’ per caso: Deborah stava lavorando a questo progetto, cercava qualcuno che potesse rendere il brano più internazionale, ha pensato a noi e siamo stati ben felici di collaborare con lei. Quando ci ha fatto sentire il pezzo siamo corsi subito in studio per poterci lavorare e metterci anche del nostro».
Facciamo un breve salto indietro nel tempo, i Soul System sono nati nel 2015 a Verona e questo lo sappiamo, ma qual è stata la scintilla che vi ha fatto capire che, oltre al semplice divertimento, potevate fare sul serio?
«Quasi tutto è nato dal nostro batterista Alberto, fin da subito ci ha visto lungo, ha intuito il potenziale prima di tutti noi, ci ha spinto a buttarci e tentare l’esperienza di X Factor. Venivamo dalle nostre esperienze dal vivo, nei locali e nelle piazze riuscivamo sempre a coinvolgere il pubblico, si creava una specie di magia tra di noi sul palco, quindi, piano piano ci siamo convinti tutti».
Il 15 dicembre 2016 penso sia una data che ricorderete molto bene, Alessandro Cattelan vi incorona vincitori della decima edizione italiana di X Factor. A distanza di tempo, cosa vi ha lasciato questa esperienza?
«X Factor è stata per noi un’università un po’ accelerata, ci ha catapultato da quello che prima poteva essere un hobby e una passione ad un lavoro vero e proprio, insegnandoci ad essere più professionali. Questa esperienza ci ha permesso di farci conoscere al pubblico italiano, di essere più consapevoli dei nostri mezzi e pronti a lanciarci senza paura sul mercato».
Quando ripenso alla vostra storia mi rendo conto di come la vita e la musica possano essere davvero incredibile, perché all’inizio eravate stati eliminati, non avevate superato le selezioni, ma più c’è stato il ritiro dei Jarvis. Come avete vissuto questa altalena di emozioni dall’essere fuori all’essere dentro e poi vincere?
«Sinceramente per l’eliminazione ci siamo rimasti molto male, perché eravamo arrivati ad un passo dai live e tutte le persone intorno a noi ci credevano e le sensazioni erano buone. Subito dopo abbiamo deciso di voltare pagina, siamo andati in Sardegna a lavorare per la stagione estiva e dopo circa un mese ci hanno richiamato, inizialmente non eravamo tanto convinti, avevamo digerito l’amarezza e ce n’eravamo fatti una ragione, ma abbiamo deciso di accettare con la voglia e la determinazione di metterci in gioco fino in fondo. L’abbiamo vissuta come una seconda possibilità, non volevamo assolutamente sprecarla, esibizione dopo esibizione abbiamo cercato di dimostrare al pubblico e ai giudici che noi meritavamo di essere lì, dal palco dell’X Factor Arena a quello del Forum di Assago».
Altro momento importante arriva a febbraio del 2017 quando partecipate a Sanremo come ospiti di Sergio Sylvestre nella serata dei duetti, sulle note de “La pelle nera”. Com’è andata in quell’occasione?
«E’ stata una bella esperienza anche se non è andata precisamente come volevamo a causa di problemi tecnici: diciamo che passare dalla vittoria di X Factor al palco più importante d’Italia nel giro di un paio di mesi è stata una bella emozione. Ringrazieremo sempre Sergio per averci regalato questa bella opportunità, con lui si è creata da subito una bella amicizia».
Adesso che avete sdoganato la lingua italiana, un pensierino per partecipare in gara lo fareste?
«Assolutamente sì, la scelta di scrivere in italiano è nata da una nostra accurata analisi, in fondo siamo italiani e parliamo italiano, perché non provare a creare qualcosa nella nostra lingua? Non vogliamo precluderci niente di quello che può offrirci il panorama musicale del nostro Paese, per cui prima o poi cercheremo di proporre qualcosa per il Festival».
Quali sono i vostri prossimi progetti in cantiere?
«Stiamo lavorando al nostro nuovo progetto, vogliamo ripartire aggiungendo l’italiano al nostro bagaglio musicale, abbiamo scritto tanti brani con Zibba, “Coma” è solo il primo dei tanti, forse quello più adatto alla stagione estiva, ma ne abbiamo molti altri che vorremmo lanciare uno dopo l’altro, per poi racchiuderli in un album o in un EP».
Per concludere, cosa vi piacerebbe trasmettere alle persone che ascolteranno “Coma”?
«Quello che a noi piace trasmettere è la spensieratezza, il brano parla proprio di questo, qualsiasi cosa succeda nella vita è necessario un pizzico di leggerezza, non bisogna prendersi troppo sul serio, perché non sappiamo mai cosa ci aspetta dietro l’angolo. La musica è per noi un modo per evadere, esprimerci e sfogarci. Mai fermarsi o abbattersi, ma cercare di avere sempre un bel sorriso stampato sulla faccia».
Nico Donvito
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