Stona: “La musica è incontro” – INTERVISTA

A tu per tu con Stona che si racconta in occasione dell’uscita del suo nuovo album “Ci faremo bastare i ricordi”. La nostra intervista al cantautore

È disponibile in digitale “Ci faremo bastare i ricordi” (Pirames), il nuovo album di Stona, artista che
trasforma storie intense di vita vissuta in canzoni che lasciano il segno.

Ci faremo bastare i ricordi” è uno sguardo sul presente, dalla crisi sociale alla libertà individuale, passando per la fragilità umana. Storie di redenzione e rinascita, dalla realtà carceraria alla sorprendente vicenda di Gaspare Mutolo.

L’album, prodotto da Lorenzo Morra, è caratterizzato da un sound ricercato e intenso, suddiviso tra ballad intime, riff incisivi e sperimentazioni strumentali. Questo progetto è un evidente tentativo del
cantautore di codificare il mondo attuale attraverso le molteplici sfaccettature della realtà quotidiana.

Stona racconta “Ci faremo bastare i ricordi”, l’intervista

“Ci faremo bastare i ricordi”: un’affermazione potente e anche un po’ rassegnata. Come è nato questo titolo e che significato ha per te?

    «È un titolo amaro e disilluso con il quale cerco di provocare una certa reazione… maggiore consapevolezza, riscoperta della nostra umanità in un momento storico e politico davvero difficile».  

    Nel disco si percepisce una tensione tra disillusione e speranza. Dove si colloca, secondo te, il confine tra l’una e l’altra nella tua scrittura?

      «Credo vadano di pari passo, ovvero la linea di demarcazione è davvero sottile… Fra l’una e l’altra c’è una sorta di resistenza, di opposizione intesa come riscoperta e cura delle cose importanti».

      “La Resistenza” apre il disco con una dichiarazione forte. Cosa significa per te oggi “resistere”? E a cosa in particolare?

        «Non sempre resistenza è un atto eroico, a volte è semplicemente restare umani in mezzo a tanto rumore. viviamo tempi che sembrano dimenticare l’essenziale dove la fragilità viene zittita e la coscienza smarrita… si cresce in fretta ma si perde la connessione con sé stessi. Anche nella paura possiamo scegliere di resistere e conservare i ricordi piu’ belli come appigli, come semi per un futuro che ancora non c’è ma possiamo sognare».

        Hai lavorato con Lorenzo Morra alla produzione. Che tipo di ricerca c’è stata per quanto riguarda il suono?

          «Con Lorenzo è venuto tutto molto facilmente, è un ottimo musicista e producer per cui mi sono lasciato guidare dalle sue scoperte e visioni sonore molto garage e vintage… quello che cercavo per dare nuovi input ai miei brani». 

          A chi si rivolge questo album e cosa ti piacerebbe comunicare?

            «Questo disco è per tutti noi, per provare a riscoprire la nostra umanità e riacquistare una cera consapevolezza ormai smarrita». 

            Per concludere, qual è la lezione più importante che pensi di aver acquisito dalla musica fino ad oggi?

              «La musica è incontro. Per cui è strettamente legata alla nostra socialità e comunicazione. Credo di aver imparato molto dalla musica in tal senso e forse mi ha reso una persona migliore». 

              Scritto da Nico Donvito
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