Storie di Musica: “Back to black”, una storia di amore e distruzione

Viaggi tra note e curiosità, alla scoperta dei protagonisti e delle opere della scena musicale nazionale e non solo. A cura di Caravaggio
Benvenuti a “Storie di musica“, una rubrica ideata e realizzata del cantautore Caravaggio, dove ogni settimana ci immergeremo nelle pieghe più affascinanti della scena musicale, italiana e internazionale.
Aneddoti sorprendenti, retroscena inediti e curiosità sui grandi protagonisti vi accompagneranno in un viaggio tra le note di opere immortali e le parole degli artisti che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte canora.
Preparatevi a scoprire la musica da un punto di vista nuovo, svelando storie che pochi conoscono, ma che meritano di essere raccontate e scoperte.
“Back to black”, una storia di amore e distruzione
Ma è vero che le canzoni scritte col sangue… diventano capolavori? La storia tra Amy Winehouse e Blake è durata due anni, ma sembrava lunga una vita. Una relazione tossica, piena di eccessi, litigi, dipendenze. Ma anche di un amore malato, totalizzante, che lei non riusciva a mollare.
Quando lui la lascia per tornare dalla sua ex, Amy crolla. È fragile, devastata. Ma non nasconde il suo dolore, lo porta in studio con sé a New York… e lì succede qualcosa. Mark Ronson le fa ascoltare una base soul, ispirata al sound delle girl band anni ’60: le Ronettes, le Shangri-Las, le Supremes di Diana Ross. Amy prende carta e penna, e in meno di tre ore scrive “Back to black“.
Un flusso di coscienza continuo, sincero, devastante. Parla di dipendenza, solitudine, morte simbolica. Ronson resta senza parole. Dirà: “Avevo i brividi. È come se avesse strappato fuori dal petto il suo cuore in diretta”. Il brano viene registrato in pochi giorni, tra pianoforti compressi, archi, batterie vintage e una voce ruvida, senza filtri.
“Back to black” non è solo una canzone: è un addio lucido, una resa con stile, un inno alla vulnerabilità. Nel videoclip Amy guida il corteo del suo stesso funerale. È vestita di nero, l’eyeliner sbavato, ma non si ferma. Cammina dritta, come se sapesse già dove stesse andando. Il 23 luglio 2011 Amy muore, a 27 anni, sola. Ma la sua arte continua a bruciare. Per chi affonda. E per chi non riesce ancora a risalire.