Storie di Musica, la canzone che salvò Kurt Cobain
Viaggi tra note e curiosità, alla scoperta dei protagonisti e delle opere della scena musicale nazionale e non solo. A cura di Caravaggio
Benvenuti a “Storie di musica“, una rubrica ideata e realizzata del cantautore Caravaggio, dove ogni settimana ci immergeremo nelle pieghe più affascinanti della scena musicale, italiana e internazionale. Oggi parliamo di Kurt Cobain.
Aneddoti sorprendenti, retroscena inediti e curiosità sui grandi protagonisti vi accompagneranno in un viaggio tra le note di opere immortali e le parole degli artisti che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte canora.
Preparatevi a scoprire la musica da un punto di vista nuovo, svelando storie che pochi conoscono, ma che meritano di essere raccontate e scoperte.
Storie di Musica, la canzone che salvò Kurt Cobain
Ma è vero che certi capolavori nascono quando si tocca il fondo? 1985. Kurt Cobain viene cacciato di casa dalla madre. Per settimane vive come un reietto sotto lo Young Street Bridge di Aberdeen, nutrendosi di pesci che cattura nelle acque fangose. È in questo abisso di solitudine, che nasce “Something in the way“, una delle canzoni più strazianti del grunge e dei Nirvana.
Dopo alcuni fallimenti di registrazione, il produttore Butch Vig capisce che questo brano richiede un approccio diverso. Fa sedere Kurt sul divano dello studio con la sua chitarra acustica da venti dollari, tenuta insieme dal nastro adesivo. Butch spegne il condizionatore, abbassa le luci e registra quella voce fragile e devastante.
Le sovraincisioni diventano però un incubo: la chitarra è così scordata che basso e violoncello devono adattarsi a quell’accordatura indefinita, Kurt inoltre la suona non curandosi del timing. Il violoncellista Kirk Canning, del giro punk rock, viene chiamato la sera stessa.
“Something in the Way” chiude “Nevermind” come un sussurro dopo un urlo. È l’episodio più acustico e meno rappresentativo dell’album, eppure forse il più devastante. Nessuno meglio di Kurt ha saputo trasformare il dolore in bellezza eterna.