Storie di Musica: “La cura” di Franco Battiato

Viaggi tra note e curiosità, alla scoperta dei protagonisti e delle opere della scena musicale nazionale e non solo. A cura di Caravaggio
Benvenuti a “Storie di musica“, una rubrica ideata e realizzata del cantautore Caravaggio, dove ogni settimana ci immergeremo nelle pieghe più affascinanti della scena musicale, italiana e internazionale.
Aneddoti sorprendenti, retroscena inediti e curiosità sui grandi protagonisti vi accompagneranno in un viaggio tra le note di opere immortali e le parole degli artisti che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte canora.
Preparatevi a scoprire la musica da un punto di vista nuovo, svelando storie che pochi conoscono, ma che meritano di essere raccontate e scoperte.
Storie di Musica: “La cura” di Franco Battiato
Ma è vero che i capolavori nascono quando meno te lo aspetti?
Franco Battiato ha appena consegnato “L’imboscata” alla casa discografica. È il 1996 e tutto pronto per la stampa. Ma poi si presenta con una cassetta. Dentro, una nuova canzone.
Pare non ci tenesse troppo. Ma i discografici la ascoltano e restano senza parole. Fermano tutto. L’album non uscirà finché quel brano non sarà inserito. E sarà il primo singolo.
Il brano si chiama “La cura”. In studio c’è silenzio. Battiato è al pianoforte. Accanto a lui, Manlio Sgalambro. Qualcosa nel testo ancora non funziona. Manlio legge: “Perché sei un essere speciale… e tu avrai cura di me”.
Franco scuote la testa. “No”. Afferra la penna e rovescia la frase. Non è più l’altro a prendersi cura di lui, ma lui che promette di farsi carico dell’altro. Un’inversione semplice, ma potentissima.
C’è chi considera questa canzone una preghiera, chi una dichiarazione d’amore, chi un dialogo tra anima e divinità. E chi sussurra che certi versi fossero dedicati alla madre dell’artista, malata di Alzheimer. Forse è tutte queste cose. O forse nessuna. Perché “La cura” di Franco Battiato come ogni capolavoro, parla a ognuno in modo diverso.