Storie di Musica, Oasis: la canzone che ha trasformato il dolore in speranza

Viaggi tra note e curiosità, alla scoperta dei protagonisti e delle opere della scena musicale nazionale e non solo. A cura di Caravaggio
Benvenuti a “Storie di musica“, una rubrica ideata e realizzata del cantautore Caravaggio, dove ogni settimana ci immergeremo nelle pieghe più affascinanti della scena musicale, italiana e internazionale. Oggi parliamo degli Oasis.
Aneddoti sorprendenti, retroscena inediti e curiosità sui grandi protagonisti vi accompagneranno in un viaggio tra le note di opere immortali e le parole degli artisti che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte canora.
Preparatevi a scoprire la musica da un punto di vista nuovo, svelando storie che pochi conoscono, ma che meritano di essere raccontate e scoperte.
Storie di Musica, Oasis: la canzone che ha trasformato il dolore in speranza
Può una canzone diventare un abbraccio per migliaia di cuori spezzati? Gli Oasis sono a Parigi con i Verve per un concerto nel ’95. Noel ha in testa da giorni gli accordi di una nuova canzone, ma non sa ancora cosa cantarci sopra. Durante il soundcheck, strimpella con la chitarra acustica, inventando parole a caso.
Liam si avvicina: “Cos’è che stai cantando?”. Noel non ne ha idea. “Stai cantando per caso ‘So Sally can wait’?”. E Noel pensa: “Geniale!”.
Quella sera stessa devono suonare allo Sheffield Arena, il loro primo grande stadio. Noel torna in camerino e scrive “Don’t Look Back In Anger” in 10 minuti. Poche ore dopo la suona davanti a 18mila persone, seduto su uno sgabello con l’acustica.
Il pezzo è pieno di omaggi ai Beatles: l’attacco al piano cita “Imagine”, il verso “così inizio una rivoluzione dal mio letto” fa riferimento al famoso “bed-in” di Lennon e Yoko Ono, la loro protesta non violenta contro la guerra. Ma c’è anche qualcosa di personale: quella frase “mettiti vicino al camino” nasce dalle foto che sua madre gli scattava da bambino davanti al caminetto di casa.
Oggi “Don’t Look Back In Anger” è diventata un inno di pace immortale. Nel 2017, durante l’attentato alla Manchester Arena, ventidue persone muoiono dopo lo show di Ariana Grande. Tre giorni dopo, in Albert Square, una folla enorme si raduna spontaneamente e canta in coro quella canzone, trasformando le lacrime in coraggio, la paura in unione. La musica che cura le ferite dell’anima.