Storie di Musica, Queen: la nascita di “Another One Bites the Dust”

Storie di Musica

Viaggi tra note e curiosità, alla scoperta dei protagonisti e delle opere della scena musicale nazionale e non solo. A cura di Caravaggio

Benvenuti a Storie di musica, una rubrica ideata e realizzata del cantautore Caravaggio, dove ogni settimana ci immergeremo nelle pieghe più affascinanti della scena musicale, italiana e internazionale. Oggi parliamo dei Queen e della nascita di “Another One Bites the Dust”.

Aneddoti sorprendenti, retroscena inediti e curiosità sui grandi protagonisti vi accompagneranno in un viaggio tra le note di opere immortali e le parole degli artisti che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte canora.

Preparatevi a scoprire la musica da un punto di vista nuovo, svelando storie che pochi conoscono, ma che meritano di essere raccontate e scoperte.

Storie di Musica, Queen: la nascita di “Another One Bites the Dust”

Ma cosa c’entrano i Queen con il satanismo? Nel 1980, la band decide di rischiare tutto. Freddie Mercury entra in studio, guarda i suoi compagni e dice: “Ci serve qualcosa che non sia il solito pezzo rock. Una traccia che faccia ballare anche i morti”.

John Deacon raccoglie la sfida. Imbraccia il basso, si ispira agli Chic e crea un riff ipnotico, pulsante, travolgente. Nasce “Another One Bites the Dust“.

Il brano è funk, è groove, è energia pura. In Inghilterra vola in classifica. Negli Stati Uniti resta tre settimane al primo posto della Billboard Hot 100. Ma il successo ha un prezzo.

Il pastore cristiano Michael Mills, dal Michigan, accusa i Queen di nascondere un messaggio subliminale. Ascoltando il brano al contrario, sostiene, si percepirebbe la frase: “è divertente fumare marijuana”.

L’America puritana mette i Queen sul banco degli imputati. Ma non è la prima volta che la musica è sotto accusa: i Beatles, i Led Zeppelin, i Fleetwood Mac… tutti bersagliati.

Eppure “Another One Bites the Dust” sopravvive alla tempesta. Supera le accuse, sfida i pregiudizi e diventa leggenda. È il pezzo con cui i Queen conquistano i dance floor, dimostrando che cambiare non è tradirsi, ma riscoprire parti di sé rimaste in silenzio troppo a lungo.

Scritto da Caravaggio
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