“Suicidio d’amore” di Gianna Nannini: te la ricordi questa?

Suicidio d'amore Gianna Nannini

Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare ancora. Oggi parliamo di “Suicidio d’amore” di Gianna Nannini

La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 2007 con “Suicidio d’amore” di Gianna Nannini.

Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.

Ti sblocco un ricordo: “Suicidio d’amore” di Gianna Nannini

Pubblicato nel 2007 all’interno del best of GiannaBest, “Suicidio d’amore” è uno dei brani inediti che Gianna Nannini regala ai suoi fan per sigillare trent’anni di carriera. Scritto insieme a Pacifico e prodotto con Will Malone, il pezzo si colloca tra i momenti più intensi della sua produzione recente, coniugando il tema dell’amore estremo al richiamo della morte, in un immaginario che attinge persino al Cantico delle Creature di San Francesco.

Pacifico e Nannini costruiscono un testo pieno di immagini e sospensioni, mai didascalico. Il “suicidio” del titolo non è una fine reale, ma una resa dei conti emotiva, la dissoluzione delle barriere che impediscono di amare completamente. Versi come “Portami ovunque senza andare via” condensano il paradosso dell’amore assoluto, che desidera fondersi e al tempo stesso teme la perdita.

“Suicidio d’amore” è uno dei brani più simbolici della maturità artistica di Gianna Nannini: una canzone che mette a nudo la potenza trasformativa dell’amore, la sua capacità di condurre fino al limite per ritrovare se stessi. Mescolando immagini mistiche, sensualità e disperazione, la cantautrice firma un pezzo che sta a metà tra rock, poesia e preghiera, confermando la sua vocazione a esplorare le zone più profonde e contraddittorie dell’animo umano.

Il testo di “Suicidio d’amore” di Gianna Nannini

Lascia che sia la sera a spargersi nei viali
Mentre mi volto indietro e svuoto la valigia
Rimangono i capelli, le punte fragili
E gli occhi rossi rossi contro vento

Angelo mio saltiamo
in fondo al buio andiamo
cadendo giù per sempre liberi

Angelo mio saltiamoSpaccami il cuore piano
Portami ovunque senza andare via
Basterà

Abbracciami
niente ci può sciogliere
Ancora i tuoi sospiri le notti a ridere

Lascia che sia la sera a farci illudere
Prima che passi questa notte invano

Angelo mio saltiamo
In fondo al buio andiamo
Cadendo giù per sempre liberi

Amore mio ti amo
Spaccami il cuore piano
Solo uno sguardo prima di andar via
Basterà
Abbracciami
Ci troverà la sera
Ci troverà la sera
Ci troverà insieme

Scritto da Nico Donvito
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