Il quarto e ultimo atto della carriera di uno dei più amati cantautori del nostro Paese
Ci sono opere e canzoni che sono destinate a durare nel tempo senza scalfire la propria forza, ci sono artisti così avanti per la propria epoca da non riuscire a trovare una giusta collocazione, gemme rare che attraversano il tempo senza invecchiare mai, in una parola: immortali.
Fra questi non può di certo mancare la figura di Lucio Dalla: cantautore, polistrumentista, attore, scrittore, sceneggiatore e molto altro, artista raffinato e sensibile, alla continua ricerca di nuovi stimoli e di nuove contaminazioni per esplorare la musica a 360°, senza mai allontanarsi dalle proprie amate origini. Un artista così grande e così produttivo da rendere impossibile la creazione di un preciso racconto lineare, né un’analisi esaustiva di tutte le sue opere (qui la terza parte).
Il passaggio dagli anni ’90 ai 2000 rappresenta per Dalla forse l’ultimo passo della sua presa di coscienza artistica. Punta in alto Lucio e lo fa con la consapevolezza di poterlo fare, grazie ad anni ed anni di successi, che gli permettono di esplorare nuovi terreni fino ad allora solo sfiorati. Gli album di questo ultimo periodo, a partire da Ciao, datato 1999, coincidono anche con la volontà di sperimentare senza cedere ad esigenze commerciali.
I testi si caricano, in alcuni brani, di un linguaggio più ricercato, sia nel puro contenuto che nella forma scelta, dimostrando ancora una volta la caparbietà del cantautore di non voler apparire assolutamente, con ogni nuovo progetto, simile a qualcosa di già proposto in precedenza, anche a costo di dover compiere un atto di ricerca lungo e minuzioso.
Lucio scava nella sua fantasia e cavalca quest’ultima con tutte le sue armi migliori: ironia, malinconia e descrizione della realtà nuda e cruda, a volte spensierata e a volte invece tremendamente spietata. Tutti tratti distintivi che lo rendono “diverso” dalla figura classica del cantautore anni ’90. Dalla rimane uno spirito libero, nella vita così come nell’arte, in questi anni infatti si fa fitta la sua collaborazione con numerosi esponenti dell’arte teatrale, di cui rimane un gradissimo appassionato, passione che lo porterà a dirigere per altro numerosi spettacoli, pur senza lasciare mai in secondo piano la sua musica (tra il 2001 e il 2009 verranno infatti pubblicati 4 album di inediti più una raccolta ed alcuni album dal vivo).
Prima della scomparsa all’età di 68 anni, determinata da un infarto il 1 marzo del 2012, Dalla ha comunque il tempo di tornare a collaborare con l’amico e collega Francesco De Gragori, con il quale nel 2009 tornerà live con un tour di assoluto successo, e anche per tornare sul palco di Sanremo, nel 2012, accompagnando Pierdavide Carone e il suo brano Nanì, composto proprio insieme a Lucio.
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