venerdì 22 Novembre 2024

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Sulle tracce di… Vasco Rossi: i primi passi verso il mito e la maturità artistica

Un viaggio alla scoperta della discografia di un’icona assoluta della musica italiana

Gli anni ’90 di Vasco Rossi proseguono sull’enorme ondata di successo inaugurata con il concerto ‘Fronte del palco’ nel 1990, il primo passo verso la conquista di tutti i più grandi stadi italiani a partire da San Siro. Anche dal punto di vista dei lavori in studio le produzioni si fanno sempre più mastodontiche, nel 1996 è il turno del nuovo album ‘Nessun pericolo… per te’, un lavoro denso di rock in cui l’artista addensa tutta la sua verve poetica e nel quale possiamo trovare autentici gioielli della sua discografia come ‘Un gran bel film’, ‘Mi si escludeva’, ‘Gli angeli’ e soprattutto quella ‘Sally’, già interpretata dall’amica Fiorella Mannoia, che diventerà un altro brano icona della musica italiana, grazie alla solita capacità drammatica dell’artista di narrare senza filtri le durezze della vita, partendo, come spesso accade, dal racconto di un soggetto di sesso femminile.

Tra tour, dischi e promozioni, di fatto la vita del rocker di Zocca non è mai ferma, nel 1997 torna a Sanremo come autore per Patty Pravo (insieme a Roberto Ferri e Gaetano Curreri) nel brano ‘E dimmi che non vuoi morire…’, mentre due anni dopo regala agli Stadio il pezzo ‘Lo zaino’, presentato anch’esso al Festival. Il nuovo progetto discografico (datato 1998) si intitola invece ‘Canzoni per me’, ma è un disco che, al contrario dei precedenti, guarda nettamente al passato, sia dal punto di vista delle produzioni che che da quello dei temi, essendo composto da canzoni scritte ad inizio carriera e mai pubblicate ufficialmente.

Sono lontani quei momenti
Quando uno sguardo provocava turbamenti
Quando la vita era più facile
E si potevano mangiare anche le fragole
Perché la vita è un brivido che vola via
È tutto un equilibrio sopra la follia
Sopra follia

Il millennio di Vasco si chiude con il lutto per la scomparsa dello storico amico e chitarrista Massimo Riva, deceduto prematuramente all’età di 42 anni e da lì sempre ricordato con grande affetto dall’artista in ogni concerto. Nel frattempo non si fermano i concerti e i grandi successi di pubblico, nel 2001 viene pubblicato il disco ‘Stupido Hotel’, lavoro che in qualche modo incomincia a dare i segnali su quello che sarà Vasco a partire dagli anni 2000, sempre più cantautore e sempre più maturo, con quella vena poetica sempre più prestata a grandi temi filosofici che arriverà poi al culmine con gli ultimi lavori della sua carriera. Si alternano brani più leggeri, come ‘Ti prendo e ti porto via’, a lunghe riflessioni come ‘Siamo soli’ o la stessa titletrack. Il rock però non viene mai abbandonato e continua ad essere il grande leitmotiv delle produzioni dal vivo, sempre più imponenti e maestose.

Nonostante l’enorme successo l’ispirazione non viene a mancare e nel 2005 arriva un altro progetto di valore, molto amato dai fan: si tratta di ‘Buoni e cattivi’, album in cui il cantautore prosegue nella sua ricerca e, oltre a trattare d’amore come sempre, scavalla senza problemi tra temi sociali e soprattutto filosofici, come la sottile linea che separa il bene e il male e i “buoni” dai “cattivi”. Nel disco sono presenti altri grandi successi come ‘Senorita’ o ‘Come stai’, ma sono soprattutto le grandi ballate come ‘E…’ e ‘Un senso’ a spiccare, grazie alla solita acuta sensibilità che continua a far breccia nel grande pubblico. Proprio ‘Un senso’, scritta con Saverio Grandi e con la musica del solito Gaetano Curreri, può essere vista come il perfetto ritratto del Vasco 2.0: autentico, filosofico e tremendamente efficace.