Tazenda, “S’istoria infinida”: il concerto e il libro
“S’istoria infinida” è il nuovo spettacolo dei Tazenda, tra musica, racconto e un libro che diventa memoria viva
Debutta l’8 dicembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma, alle ore 19.00, “S’istoria infinida“, il nuovo spettacolo dei Tazenda: un viaggio in cui musica e narrazione si intrecciano, trasformando il concerto in un vero racconto dal vivo. Sul palco i due fondatori Gigi Camedda e Gino Marielli, la nuova voce di Serena Carta Mantilla, Massimo Cossu alle chitarre e il racconto di Felice Liperi. La regia è di Stefano Manca.
Il libro, firmato Felice Liperi e in uscita per Il Castello, è il cuore pulsante di questo nuovo percorso, ma soprattutto non è una semplice biografia musicale. S’Istoria Infinida, infatti, ricostruisce trent’anni di storia dell’etnorock italiano attraverso gli occhi – e le voci – di chi quella storia l’ha scritta davvero: Gigi Camedda e Gino Marielli, fondatori della band insieme al compianto Andrea Parodi, figura centrale e ancora oggi amatissima dal pubblico. Liperi raccoglie episodi, visioni, radici, trasformazioni, raccontando come i Tazenda siano riusciti a portare la lingua e l’immaginario sardo in una dimensione popolare e nazionale, diventando un punto di riferimento per la musica italiana.
Ed è proprio dal libro che nasce l’omonimo concerto/spettacolo: un format nuovo, ibrido, in cui la narrazione si intreccia alla musica, dando vita a un racconto condiviso. Sul palco, infatti, Liperi sarà parte attiva della serata, trasformando pagine e memorie in una vera e propria sceneggiatura dal vivo. I Tazenda ripercorreranno così la loro storia artistica tra classici, brani degli esordi e pagine meno conosciute della loro produzione, creando un dialogo continuo tra passato, presente e nuove idee.
Accanto ai fondatori, come si diceva, e al loro storico chitarrista Massimo Cossu, sarà protagonista anche Serena Carta Mantilla, nuova voce ufficiale del gruppo: un interprete capace di unire intensità e delicatezza, di evocare sonorità che richiamano Parodi e allo stesso tempo di proiettare i Tazenda verso nuove traiettorie espressive.
“S’istoria infinida” è un lavoro ricco anche delle numerose testimonianze che raccoglie. A cominciare dai molti musicisti. Oltre i fondatori Gigi Camedda e Gino Marielli, che hanno guidato la crescita artistica dei Tazenda, ai cantautori e musicisti che hanno collaborato con loro come Andrea Poddighe, Claudia Crabuzza, Piero Marras e Paolo Fresu, fino alle voci a cui è stato affidato il ruolo che fu di Parodi, dalle più recenti come Nicola Nite e l’attuale voce di Serena Carta Mantilla; o a quelle più lontane come Beppe Dettori: ciascuno a raccontarci il proprio contributo alla creazione e all’evoluzione del suono unico della band. Ugualmente centrali le testimonianze di altri personaggi del mondo dello spettacolo, dalla musica alla tv, come Gianni Morandi che nel volume racconta impressioni personali e aneddoti sulla collaborazione con i Tazenda.
Poi ci sono i produttori come Giovanni Leonardi, Franco De Lucia e Mauro Cauchi. Ma anche i collaboratori storici, come Massimo Cossu e Luca Parodi, che svelano il dietro le quinte della carriera dei Tazenda: dai primi passi fino al successo nazionale e internazionale, ripercorrendo le scelte strategiche e creative che hanno plasmato la loro identità musicale. Infine le figure più tecniche: professionisti come Alberto Erre eAntonio Ferraro che riportano le sfide e le esperienze in studio, quei momenti che hanno costruito il suono distintivo della band, o lo storico road manager Sandro Frascogna al quale è affidato il racconto dell’organizzazione dei tour e del lavoro sul palco. Senza dimenticare i giornalisti: personaggi come Carlo Eletti o Pasquale Porcuche hanno disegnato la loro storia fin dai suoi esordi.
Non meno importanti le testimonianze indirette che Felice Liperi, assieme a Gigi Camedda e Gino Marielli che con lui hanno ripercorso questo viaggio, sono andati a rispolverare: come i racconti di personaggi come Renato Zero e Pippo Baudo, Mogol, Marti Jane Robertson, Mara Maionchi o Red Ronnie che ci riportano l’impatto della band nel panorama musicale italiano.
Nel raccontare i Tazenda è difficile non usare parole che evocano l’epica. E questo trapela già dalla sua copertina che vede la firma di Giuseppe Anfossi, un artista molto vicino ai Tazenda che è anche musicista e violinista. La loro storia, infatti, attraversa la memoria di un popolo, la forza della natura e la poesia della lingua sarda, unita all’energia universale del rock. Dal 1987 a oggi, il trio simbolo dell’isola ha saputo fondere identità, spiritualità e modernità, portando la Sardegna sulle scene nazionali e internazionali con una voce inconfondibile.
Epica, mito e fantascienza: tutti elementi che ritroviamo già nel nome dei Tazenda: una reinterpretazione di Star’s End, pianeta immaginario della trilogia della Fondazione di Isaac Asimov. Un riferimento che suona come un passaggio naturale per i musicisti sardi, che prima di approdare a questa nuova identità avevano militato in gruppi dai nomi altrettanto simbolici: prima il Sole Nero, evocazione di un’epica anche qui dal sapore fantascientifico, poi il Coro degli Angeli, un nome che venne coniato da Mogol ispirato dalle sonorità celesti delle loro voci.
Liperi, uno dei più autorevoli critici musicali italiani, costruisce un racconto che è insieme storico e sentimentale, ricco di riferimenti musicali e culturali. Il volume ripercorre l’avventura cominciata da Andrea Parodi, Gino Marielli e Gigi Camedda – e poi proseguita con nuovi compagni di viaggio – svelando come nei Tazenda la ricerca musicale si intrecci da sempre alla ricerca di senso: un continuo dialogo tra radici e futuro, tra poesia e ritmo, tra appartenenza e apertura.
Fin dagli esordi, con Sos ojos de sa jana, emergono i temi fondanti del gruppo: il mare come orizzonte di libertà, la natura come sacralità quotidiana, la memoria come canto. Nei brani A Deus piachende e Scaldaci sole la spiritualità diventa invocazione, mentre in Mamoiada la tradizione si fa racconto corale di popolo e identità senza evitare di toccare temi sociali legati alle faide interne della Sardegna. È una lingua viva, la “limba”, quella scelta dai Tazenda: non solo strumento espressivo ma gesto culturale e politico, capace di dare forza e riconoscibilità alla loro musica.
Felice Liperi mette in luce anche la dimensione musicale del trio, profondamente segnata dal rock – dagli U2 ai Beatles – e dalla capacità di dialogare con artisti come Fabrizio De André, Eros Ramazzotti o i Simple Minds. Nelle loro canzoni, canti a tenore, launeddas e arpeggi elettrici convivono in un magico equilibrio creando un suono che ha saputo raccontare la Sardegna con un linguaggio musicale universale.
Con questa biografia, i Tazenda ritrovano la propria “Istoria” raccontata attraverso la sensibilità di un autore che ne coglie la profondità poetica e musicale. Un viaggio che non celebra soltanto una band, ma l’anima di un’isola che continua a cantare se stessa, parlando – ancora una volta – la lingua del mondo.