Te quiero Euridice: “Casa per noi è una sensazione di appartenenza” – INTERVISTA

Te quiero Euridice

A tu per tu con il duo Te quiero Euridice che si racconta in occasione dell’uscita del nuovo singolo “Vita calma/vera”, disponibile dallo scorso 12 settembre. La nostra intervista

Dopo quattro anni di silenzio discografico, i Te quiero Euridice tornano con un nuovo singolo, “Vita calma/vera”, pubblicato da Futura Dischi in collaborazione con Artist First. Un brano che segna l’inizio di una nuova fase artistica per il duo piacentino composto da Elena Brianzi e Pietro Malacarne, classe 1998, cresciuti tra le colline e un senso di appartenenza mai del tutto fisso.

“Vita calma/vera” è una riflessione delicata e sospesa sullo smarrimento, sulla ricerca di un posto da chiamare casa anche quando tutto intorno sembra muoversi troppo in fretta. Un invito a fermarsi, respirare e riconoscere se stessi in quell’equilibrio precario tra malinconia e speranza.

Li abbiamo incontrati per farci raccontare cosa significa per loro ripartire oggi, in un’epoca frenetica e spesso disorientante, e che cosa si nasconde davvero dietro a quella vita calma che tutti inseguiamo.

“Vita calma/vera” è il vostro nuovo singolo che arriva dopo quattro anni di silenzio discografico. Che sapore hanno per voi questo pezzo e questo ritorno?

«Ripartire dopo tanto tempo è sicuramente difficile, stiamo cercando pezzo dopo pezzo di ricreare un legame con il nostro pubblico, e ovviamente raggiungere nuove persone». 

Avete raccontato che il pezzo nasce da un senso di smarrimento legato a una città che non sentite vostra. Quale significato attribuireste alla parola “casa”?

«La nostra è una generazione un po’ sballottata: abbiamo il privilegio di poterci muovere facilmente, ma allo stesso tempo viviamo il trauma di non sentirci mai davvero radicati in un luogo. Spesso, proprio quando inizi ad affezionarti a un posto, è già il momento di ripartire. Forse per noi “casa” non è tanto una città o un indirizzo preciso, quanto piuttosto quella sensazione di appartenenza che ti porti dentro quando sei nel posto giusto, con le persone giuste».

Il brano invita a fermarsi un attimo mentre tutto intorno si muove. In un’epoca così frenetica come quella attuale, qual è il segreto per riuscirci senza rimanere indietro rispetto al resto del mondo?

«Forse fermarsi, oggi, è l’atto più controcorrente che si possa fare. In un mondo che corre sempre, scegliere di rallentare diventa quasi rivoluzionario, ed è proprio questo che lo rende così potente e così bello».

Cosa vi ha lasciato l’esperienza dell’album d’esordio “Sempre qui”, uscito nel 2021, e quali skills pensate di aver acquisito in questi anni?

«“Sempre qui” ci ha dato soprattutto la possibilità di entrare nei meccanismi della musica di oggi, toccandoli con mano per provare a capirli. Il disco ci ha anche permesso di suonare tanto in giro, e questo per noi è stato fondamentale: l’esperienza del live ci ha fatto crescere sia dal punto di vista personale che artistico, aiutandoci a conoscerci meglio come band». 

Avete scelto un nome evocativo e poetico, Te quiero Euridice. Com’è nato?

«È nato un po’ per caso, quando eravamo più piccoli e un po’ più stupidi. Con il tempo a quel nome abbiamo dato un significato: provare a essere come Orfeo, che canta per Euridice».

Cosa possiamo aspettarci dalla vostra musica in futuro? 

«La nostra scrittura rimane sempre fedele a chi siamo e cresce e matura insieme a noi. Nei nuovi brani stiamo però sperimentando sonorità diverse, anche grazie al nuovo incontro artistico con Matteo Domenichelli come produttore, che ci sta aiutando a spingerci oltre i nostri soliti confini». 

⁠Per concludere quali elementi e quali caratteristiche vi rendono orgogliosi di “Vita calma/vera”?

«L’onestà del testo e l’unicità dell’arrangiamento (vi sfidiamo a citare un altro brano con vocoder e charango!)».

Scritto da Nico Donvito
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