A tu per tu con il giovane artista napoletano, in uscita con il suo primo singolo intitolato “Come Siri“
Bel debutto musicale per Terr ONE, cantante e rapper classe ’96, in uscita con “Come Siri”, il suo primo singolo ufficiale, disponibile in radio e sulle piattaforme digitali a partire dallo scorso 28 maggio. Approfondiamo la sua conoscenza.
Ciao e benvenuto. Partiamo dal tuo singolo d’esordio “Come Siri”, cosa rappresenta questo tuo biglietto da visita discografico??
«Nonostante il mio mondo artistico di riferimento sia l’hip hop, come primo lavoro con cui presentarmi al pubblico, ho preferito scegliere un brano dalle sfumature più pop, che rappresentasse l’estate e la leggerezza, senza essere superficiale. Nonostante, infatti, ci siano tutti gli elementi di una hit estiva (dal sample dalle marcate sfumature reggaeton al riff di chitarra acustica “da spiaggia”) il testo non è poi così vuoto o privo di senso».
Come lo vedi l’amore ai tempi dell’intelligenza artificiale?
«Sicuramente più complicato. Si è perso molto del romanticismo. Nell’epoca degli smartphone e dei social network l’elemento che manca di più è la capacità di rapportarsi con gli altri; siamo arrivati a non parlarci più guardandoci negli occhi, a litigare via whatsapp, a offenderci attraverso una caption o un post su Facebook! Io ho una voglia pazzesca di tornare a rapporti meno “filtrati”, più veri!».
A livello umano, la tecnologia può aver avvicinato le distanze, ma anche allontanato le persone da molti punti di vista. Secondo te, allo stato attuale, sono maggiori i pro o i contro?
«I contro, soprattutto in amore, ma dipende da noi! Nonostante tante applicazioni o alcuni social favoriscano, o almeno potrebbero farlo, avvicinamenti impensabili, a volte non è così, è tutto un po’ falsato, ci si nasconde. Tutto questo non significa che non la ritenga una rivoluzione o che sia contro, anzi! Diciamo che gli strumenti ce li abbiamo ma dobbiamo imparare ad usarli al meglio, questo sì!».
Dal punto di vista musicale, che tipo di sonorità avete scelto di abbracciare insieme al producer D4D?
«Dietro al sound del brano c’è il musicista e producer ternano Giovanni De Rosa (a.k.a. D4D) che io ho conosciuto per il suo lavoro con il rapper AimaD (da lui appunto prodotto e rappresentato) e se sono andato a Terni a produrre il mio primo EP è proprio perché mi piace come D4D crea e progetta i suoni. “Come Siri” è stato, però, un vero esperimento per lui e anche per me, visto che Giovanni non lavora tanto nel pop! Sicuramente il mood dell’EP sarà più vicino al rap e all’hip hop ma ci è piaciuto davvero tanto lavorare a questo singolo!».
Facciamo un breve salto indietro nel tempo. Quando e come hai scoperto la tua passione per la musica?
«Sin da adolescente, ma a differenza di tanti miei colleghi che hanno (giustamente) subito il mito dei grandi rapper USA, io sono stato influenzato da figure più vicine a me, tipo Clementino che seguo da sempre e che “vedevo” praticamente da vicino a Napoli!».
Quali ascolti hanno accompagnato e segnato la tua crescita?
«Oltre a Clementino, un altro artista che mi ha sempre influenzato e che ho adorato, è il compianto Primo Brown: dai Cor Veleno ai suoi lavori da solista, è sempre stato fonte di ispirazione per me, sia per quanto riguarda lo sviluppo della mia cultura hip hop, che per i suoi testi».
Stai lavorando a nuova musica? Cosa dobbiamo aspettarci a riguardo?
«In autunno uscirà un nuovo singolo e il mio primo EP, frutto appunto del lavoro fatto in studio con D4D a Terni, dove ho messo un po’ di tutto per quanto riguarda i miei gusti musicali e le mie attitudini: da brani pop più scanzonati a quelli rap più introspettivi».
Per concludere, a chi si rivolge oggi la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?
«Senza sembrare troppo pretenzioso, mi piacerebbe entrare nel cuore delle persone. Sono molto genuino e semplice come persona e credo che l’autenticità per gli artisti, sia sempre un vantaggio. Vorrei che chi mi ascolta si riconoscesse in me e nella mia storia, che è quella di tanti altri giovani. Mi piacerebbe esplorare tanti generi e non restare in una nicchia specifica: non si sa mai l’ispirazione dove può portarti!».
© foto di David Sorgenti
Nico Donvito
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