giovedì, Marzo 28, 2024

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The Voice 6, le anticipazioni della seconda puntata delle blind

Nuovo appuntamento per il talent di Rai Due, giunto alla sua sesta edizione. Sulle poltrone girevoli Morgan, Guè Pequeno, Elettra Lamborghini e Gigi D’Alessio

Torna questa sera, martedì 30 aprile, la seconda puntata della sesta edizione di The Voice of Italy, condotta da Simona Ventura. A partire dalle 21.20 su Rai Due, assisteremo ad un nuovo appuntamento con le Blind Audition, dove ogni talento avrà a disposizione un minuto e mezzo per dare il meglio di sé e conquistare i quattro coach, esibendosi dal vivo con una cover a propria scelta oppure, novità di quest’anno, con un proprio brano inedito. L’obiettivo? Convincere Gigi D’Alessio, Elettra Lamborghini, Morgan e Gué Pequeno dell’unicità della propria voce per entrare a far parte di uno dei loro team. Dopo i positivi risultati di auditel e, soprattutto, gli ottimi numeri registrati sui social, il talent show con più versioni al mondo è pronto ad affermarsi anche nel nostro Paese.

La rivoluzione del programma parte dal ritorno in Rai di Simona Ventura e da un cast nuovo di zecca, che vede il debutto dietro la poltrona girevole del cantautore partenopeo Gigi D’Alessio, della fuoriserie del reggaeton Elettra Lamborghini, del king of hip hop Guè Pequeno e del gran visir dei talent show Morgan, entrato di diritto nel Guinness dei Primati per aver vinto il maggior numero di edizioni di X Factor, ben cinque volte su sette partecipazioni.

Un quartetto sulla carta molto variegato, proprio come il meccanismo in parte rinnovato e decisamente più snello rispetto al passato: delle otto puntate ben cinque saranno dedicate alle Blind Auditions, una alle Battle, una ai Knockout fino ad arrivare alla serata conclusiva del 4 giugno. Da 100 aspiranti concorrenti si passerà a quota 24, per poi dimezzare a 12 e concludere con i 4 finalisti, uno per ciascuna squadra. Il pubblico da casa, mediante il televoto, decreterà il vincitore dell’edizione 2019 di The Voice of Italy, che si aggiudicherà un contratto discografico in esclusiva con Universal Music Italia.

The Voice Of Italy | Il punto sui concorrenti

Team D’Alessio
  1. Martha – 17 anni di Gaeta (LT)
  2. Stefano Colli – 29 anni di Pianoro (BO)
  3. Kumi Watanabe, 50 anni di Milano
  4. Eliza G – 34 anni di Caneva (PN)
Team Lamborghini 
  1. Giorgia La Commare – 17 anni di Trapani
  2. Serena Maria Police – 19 anni di Bari
Team Pequeno
  1. Josué Previti  17 anni di Messina
  2. Ares Favati – 31 anni di Vinovo (TO)
  3. le Sindolls – gemelle di 20 anni di Meda (MB)
  4. Sophia Murgia – 18 anni di Budoni (SS)
Team Morgan
  1. Noemi Mattei – 21 anni di Roma
  2. Morgana – 22 anni di Ottaviano (NA)
  3. Matteo Camellini (qui la nostra intervista) – 24 anni di Sassuolo (MO)
  4. Diablo – 18 anni di Cervasca (CN)

The Voice Of Italy | La conferenza stampa

The Voice Of Italy | La parola ai quattro coach

«Amo la musica – rivela Gigi D’Alessio per me la voce è l’emozione che deve arrivare, tutto parte da lì. La mia è stata una voce che è arrivata fortunatamente a tanti, forse proprio perché non è arrivata dalla mattina alla sera, ci sono stati anni di studi e di gavetta, sono un artista che ha subito tutti i tipi di preconcetti, resisto ed esisto perché mi ha sempre votato e premiato il pubblico. Noi cantautori abbiamo una grande responsabilità, possiamo anche cambiare la vita a qualcuno, a me personalmente Claudio Baglioni, Lucio Dalla e Pino Daniele me l’hanno cambiata. L’importante è riuscire a capire chi veramente viene a The Voice per donare se stesso agli altri, perché amare la musica è un conto, ambire al successo un altro. Sono nato in un quartiere difficile, avrei potuto prendere tante strade, forse anche qualcuna sbagliata. A me la musica ha salvato la vita, perché la musica è vita».

«Sono preparata ai commenti delle persone sui social – rivela Elettra Lamborghini – a chi è già pronto a giudicare la mia presenza nel ruolo di coach a soli ventiquattro anni. Sicuramente chi è pronto a sparare le sue sentenze non sa quanto io abbia lavorato per arrivare fino a qua, ma non è poi nemmeno così importante, lascio che a parlare siano i numeri al posto mio. Dicono che sia la “latin queen” italiana, effettivamente sono tra le prime ad aver portato il reggaeton nel nostro Paese, a cantare in spagnolo pur non essendo di madre lingua ispanica. Sono dell’idea che le cose vadano fatte per primi e bene, sin da piccola volevo fare la cantante, anzi ero certa di riuscirci, tutto quello che ho ottenuto sapevo già che sarebbe accaduto nella mia vita. Sento che il ruolo di coach sia adatto a me, essere l’unica donna è una responsabilità maggiore, ma sono caricatissima e piena di entusiasmo».

«Sono nato pronto – afferma Guè Pequeno mi autodefinisco un musicista rap che ha sempre sognato di fare questo tipo di musica, essendo innamorato della cultura street e urbana sin dall’adolescenza. Quello che mi ha fatto innamorare di questo genere era la sincerità del testo, il concetto di poter dire ciò che si vuole, attraverso i miei versi vomito la mia anima. Non sono mai stato un “rapper paraculo”, non ho mai cercato un messaggio forzato, avverto tra i giovanissimi troppa smania di successo, forse perché è molto più facile ottenerlo adesso rispetto ai miei esordi. In questa avventura voglio portare tutto quello che ho imparato dalla mia esperienza personale e il mio essere onesto,  sincero sia con me stesso che con gli altri, senza filtri o limiti, cercando di trovare qualcuno che spacchi seriamente. Sarà dura, io ce la metterò tutta, speriamo bene!».

«Molte volte perdo la voce – racconta Morgan la voce è la prima cosa che si indebolisce se si vuole togliere potere a chi vuole usarla per difendere le leggi dell’arte. La voce è un po’ come la voglia di dire qualcosa e si perde, un po’ come la libido, ci sono epoche in cui c’è ed epoche in cui se ne va. L’uomo è da considerarsi tale da quando ha la voce, da quando ha la possibilità di cantare, prima c’era solo un gran movimento, possiamo dire che l’essere umano ha conquistato le sue grandezze grazie alla parola scritta, ma anche a quella cantata. Quando troveremo una voce a cui dare valore, farò tutto quello che è in mio possesso per far sì che questa voce possa parlare. A me piacerebbe molto poter avere una squadra di cantanti tutti strani, per stranezza io intendo originalità, personalmente vorrei dare una chance a coloro i quali non sono soliti navigare nel mare della conformità».

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Nico Donvito

Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
Nico Donvito
Nico Donvito
Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.