Il talent di Rai Due risplende di nuova luce
Credere che fosse possibile un miracolo nel martoriato, e mai davvero funzionante, The voice of Italy era di certo una prospettiva assai difficile. Almeno prima dell’arrivo di Simona Ventura e del suo team nel talent show di Rai Due dedicato alla voce.
Giunto alla sua sesta edizione senza alcuna gloria lo show delle poltrone girevoli aveva su di sè due grandi problemi da risolvere: la totale assenza di una scommessa musicale vinta nel post-talent e la difficoltà di crearsi uno spazio credibile nella giungla dei talent italiani.
L’arrivo della conduttrice piemontese, però, sembra aver rispolverato un format che più che mai ha bisogno di essere personalizzato e pensato per il pubblico italiano che ha bisogno di scoprire nuovi talenti ma anche, e soprattutto, lasciarsi coinvolgere dalla narrazione del sottile filo della storia che scorre all’interno dell’animo del programma. Non solo voci, quindi, ma anche coach appassionanti, dinamiche inedite e coinvolgenti, competenze ma anche simpatia ed allegria.
Ecco perchè la scelta della nuova squadra è assolutamente azzeccata a partire dalla conduzione frizzantina e personalizzante di Simona Ventura che si ritaglia costantemente i propri spazi per dire la sua, per ballare e per lasciarsi andare a commenti che esulano dal classico “dai, giratevi” detta in compagnia dei genitori del talento in gara.
Morgan è il solito guru della musica: conosce esattamente ciò di cui parla ed ha quel fascino del narratore assoluto capace di trasmettere con semplicità e convinzione al pubblico la sua sapienza. Elettra Lamborghini è la scommessa vinta dalla Ventura che ha saputo vedere il potenziale televisivo della ragazza che con semplicità sa empatizzare con la telecamera mettendo in scena tutta la sua giovanezza sia nei lati più positivi che più negativi. Guè Pequeno si sta dimostrando il più ponderato ed il più attento nelle scelte cercando di dimostrare comunque una buona preparazione maturata nel campo e nel tempo. Gigi d’Alessio è l’anima popolare, il giusto elemento di equilibrio in un quartetto un po’ “pazzo”. Non solo commenti e schiacci di pulsante ma anche esibizioni improvvisate, coinvolgimento dei coach e veri e propri momenti di spettacolo musicale capace di spaziare e ricercare qualcosa di prezioso.
Ora che le dinamiche ci sono non ci resta che trovare il talento vero e, soprattutto, metterlo nelle condizioni di poter trovare il proprio posto nel mondo discografico. La prima sfida è stata superata riuscendo a resuscitare un programma televisivo che di certo non godeva di una buona reputazione, ora non resta che la seconda da vincere. Non sarà facile ma ci si può provare…
Ilario Luisetto
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