venerdì, Maggio 10, 2024

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Tiromancino con Enula e Daniele Silvestri – due canzoni d’amore, non scontatamente romantiche

Anche d’estate c’è spazio per l’amore

Sarà pure la stagione dei tormentoni, ma abbiamo ancora bisogno di canzoni sentimentali che parlino del complesso intreccio amoroso in chiave romantica, senza essere troppo melense o idealizzanti. Per questo, “Due rose” dei Tiromancino con Enula (di cui qui la nostra recensione) e “Tutta” di Daniele Silvestri.

Due rose – Tiromancino e Enula |

Raffinatezza, simbolismo ed evocazione a trattare, rispettivamente, il distacco fisico e la pervasività emotiva di un cuore innamorato, che legge il sentimento, perfino ricorrendo agli elementi della natura. Separaci da chi amiamo, anche soltanto per poco tempo, significa prendere atto che “sei così sensibile al vuoto di qualunque distanza Se ti lascio sola mi dici che il mio odore ti manca Io vorrei restare con te ma devo già ripartire”.

Quando l’amore è estremo, fa sentire tutto in modo amplificato, perciò “no, non mi guardare così e non mi fai respirare” e domanda segni tangibili per farsi rappresentare, come, per esempio i fiori. In particolare, le rose della canzone strutturano un ritornello che resta in testa: “ti lascerò due rose sopra il letto andando via Così quando ti svegli ti ricorderai che sei bellissima Bellissima così”. La prospettiva della presenza e del ricongiungimento è base rassicurante nelle dinamiche di una relazione: quanto rassicura, in effetti, sentirsi dire “e appena potrò ritornerò, ritornerò, ritornerò E la notte sarà bellissima”.

Tutta – Daniele Silvestri |

Come tutto per Daniele Silvestri in amore, anzi “tutta, io non riesco mai a guardarti E dirti quello che vorrei Mentre annego nei tuoi occhi Non ho più pensieri miei”. A dare ispirazione e forma alle parole per esprimere “quello che per me sei tu” è il sistema ecologico in cui siamo immersi quotidianamente e prende senso soltanto nell’interazione con la sua amata. Da qui, “tutta la luce che non cade su di te È uno spreco d’ombre, ecco che cos’è E tutto il suolo che il piede tuo non tocca È distesa arida, è tutta terra sciocca (…) Tutta l’aria che non sfiora la tua testa È fiato perso, è vento di tempesta Tutta l’acqua che non ti può baciare È pozza immobile che non sa sognare il mare”.

Un viaggio metaforico che trasforma “tutto il buio dove immagino il tuo viso” nel “mio bianco carcere, il mio nero paradiso”, planando, infine, sul piano della realtà, “no, vabbè, dai, ma chi è che m’ha finito il rossetto Per scrivere ‘ste stronzate sullo specchio” di quel bagno dove tutto è cominciato e molte visioni ha macinato. Su quello specchio, come per molti amori, forse non è il caso di dilungarsi oltre, perché a dirla tutta “rimangono l’aloni pure”.

Ci basti sapere che esistono ancora canzoni probabilmente fuori moda, ma capaci di disegnare i mondi e i moti del cuore, in grado, per questo, di diventare intramontabili. Unica condizione: saperle trovare, riconoscerle e preservarle dal sistema dei grandi numeri.

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Francesco Penta

Appassionato della parola in tutte le sue forme; prediligo, in particolar modo, la poesia a schema metrico libero. Strizzo l'occhio all'ironico, all'onirico e al bizzarro. Insieme alla musica sia la parola. Dopo la musica si ascolti il silenzio; da questo "vuoto sonoro" nasca un nuovo concerto.
Francesco Penta
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Appassionato della parola in tutte le sue forme; prediligo, in particolar modo, la poesia a schema metrico libero. Strizzo l'occhio all'ironico, all'onirico e al bizzarro. Insieme alla musica sia la parola. Dopo la musica si ascolti il silenzio; da questo "vuoto sonoro" nasca un nuovo concerto.