Tomasi carico di sentimento nella ballad “Tatuaggi” – RECENSIONE

Tomasi

Analisi del nuovo singolo di Tatuaggi, intitolato “Tatuaggi”, l’inedito presentato nel corso della quinta punta di X Factor 2025, in onda giovedì 20 novembre

Con “Tatuaggi”Tomasi porta a X Factor 2025 una ballad carica di sentimento, scritta di getto a soli 14 anni e ancora oggi capace di conservare la freschezza di un’emozione grezza, non filtrata. Il brano funziona, emoziona, arriva dritto, e la storia che lo ha generato lo rende ancora più autentico. Interamente scritto e composto da lui e prodotto da Valerio Carboni, Carlo Rizioli e dallo stesso Tomasi, brano diretto e confessionale che porta sul palco la sua cifra più intima

Tatuaggi” è una lettera mai spedita, una confessione che invece di trovare una pagina trova la pelle, trasformandosi in segni invisibili che rimangono anche quando tutto il resto se ne va. Tomasi ha una sensibilità evidente, una voce che sa modulare la fragilità senza sbavature, e una scrittura che già mostra maturità nel modo in cui alterna desiderio di cancellazione e accettazione del dolore. La produzione sottolinea bene la natura intima del pezzo: cresce, si apre, accompagna senza invadere.

C’è però un elemento difficile da ignorare: la somiglianza troppo evidente con il mondo sonoro e narrativo di Ultimo. Alcuni passaggi melodici, certe inflessioni vocali, certi fraseggi e la struttura stessa della ballad rimandano in modo fin troppo marcato al cantautore romano. È un riferimento comprensibile, Ultimo ha lasciato un segno fortissimo nella nuova generazione, ma qui il rischio è che l’influenza diventi quasi sovrapposizione, togliendo un po’ di unicità a un brano che avrebbe tutte le carte in regola per brillare da solo.

Detto questo, “Tatuaggi” resta un pezzo ben fatto, emotivo, solido nella scrittura e credibile nell’interpretazione. Tomasi ha talento, ha tecnica, ha una storia che vale. Ora il passo successivo sarà trovare una direzione più personale, più riconoscibile, meno schiacciata sulle impronte di chi lo ha ispirato. Perché la voce c’è, e anche la sensibilità: serve solo il coraggio di liberarsi dalle somiglianze e diventare davvero se stesso.

Scritto da Nico Donvito
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