Tutti i top e i flop musicali dell’ultima settimana musicale
I TOP:
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- La trap di Dolcenera. L’artista salentina si rivela, ancora una volta, un genio assoluto della musica italiana. Un genio incompreso il più delle volte ma pur sempre un genio. La sua genialità non sta tanto nell’aver compreso che le frontiere delle musica italiana sempre più si stanno spostando nella direzione delle musica trap, del suono innaturale ed elettronico portato all’estremizzazione addirittura nell’uso della voce ma, piuttosto, sta nell’essere riuscita ad adattarsi a quel mondo sembrandone parte da sempre. Dolcenera, Emanuela Trane al secolo, da anni, ormai, ci diletta con continui stravolgimenti stilistici passando dal pop al rock, dal blues al soul, dall’elettronica alla sinfonica ed ora ci dona anche un interessante parentesi trap che, dopo aver conquistato milioni di views su YouTube, si è concretizzata anche in un vero e proprio EP il cui gioiellino è l’unico inedito presente (tra l’altro il singolo da venerdì 25 maggio in rotazione radiofonica) calato totalmente nel mondo sonoro affrontato da Regina Elisabibbi. Un genio.
- Nero bali (Elodie, Michele Bravi, Guè Pequeno). Una hit estiva, una hit come tante probabilmente ma, contemporaneamente, una sorpresa continua data, in primo luogo, dall’inatteso e repentino cambio di direzione di Elodie che mette da parte la classe, la raffinatezza e l’eleganza del canto tradizionalmente struggente per liberarsi in suoni più attuali e in un brano libero da temi troppo impegnativi o soffocanti. Il featuring, in realtà, risuona come una maschera (riuscitissima) per attirare l’attenzione di un pubblico più largo possibile da far catalizzare sulla rinascita artistica dell’ex interprete dai capelli rosa. Fresca e convincente.
- Nudi e perpendicolari (Timothy Cavicchini). Fa piacere vedere finalmente concretizzarsi questo progetto discografico che Timothy e i suoi ragazzi hanno davvero sudato e meritato in tutti questi anni. Da “Ti rubo gli occhi” a “All’infinito” passando per “Nudi e perpendicolari” si consuma un album che odora di vera musica, quella scritta e vissuta perchè autentica nei piccoli locali con l’energia degli stadi. Dento c’è il rock di Vasco ma anche il pop più tipicamente italiano che crea un mix interessante e fruibile. Un album da non perdere per chi ama cantare a tutto fiato in macchina d’estate.
I FLOP:
- Il segno della croce (Renzo Rubino). Il nuovo singolo del cantautore pugliese per quanto profondo e coerente arriva proprio nel momento più sbagliato obbligandolo all’anonimato più totale ancor prima di mettere fuori la testa dalla tana. Il brano (non il migliore della discografia dell’ispirato cantastorie) difficilmente è la canzone che d’estate un ascoltatore medio sceglie di ascoltare il che non sarebbe nemmeno un problema se questa fosse l’unica carta che Rubino ha nel proprio mazzo di carte. La questione, invece, si pone proprio perchè c’erano ben altre possibilità nelle cartucce autorali del nostro.
- La gestione di “V” (Le Vibrazioni). E’ stato l’album della grande reunion della band eppure di un disco di ben 10 tracce soltanto una è stata considerata per la rotazione radiofonica. Dopo Così sbagliato, singolo di lancio e portabandiera del progetto all’ultimo Festival di Sanremo in radio è stato mandato un inutile duetto con Skin (della medesima canzone) che si poteva tranquillamente pubblicare come bonus track e, da domani, un singolo completamente inedito in coppia con Jake la Furia. L’album, praticamente, è stato buttato nel *****.
- Il cast del Radio Italia Live. L’ormai storica manifestazione dell’inizio estate milanese per questa nuova edizione porta con sè la grossa novità dell’introduzione dei trapper nel cast il che andrebbe anche bene se Radio Italia, l’organizzatrice e la promotrice dell’evento, fosse solita passare in rotazione quel tipo di brani. Ed è così che Ghali, Capo Plaza, Achille Lauro, Nitro e Tedua sbarcano in Piazza Duomo quando solitamente rimangono chiusi nei club. E per di più in un evento con un’orchestra tutt’altro che di poco conto. E, soprattutto, vanno togliere spazio ad artisti che meglio avrebbero potuto comparire in quella dimensione. Già, c’è una dimensione per tutti.
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Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
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