Tutti i top ed i flop musicali dell’ultima settimana
I TOP:
- Battiti Live. Di fatto è l’unica manifestazione musicale ad aver resistito di fronte all’emergenza del Covid-19 in quest’estate del tutto particolare ed il fatto che ce l’abbia fatta, incassando anche ottimi ascolti televisivi, dimostra che, in fin dei conti, delle soluzioni potevano essere trovate pur facendo a meno delle solite piazze gremite di bambine urlanti. La musica, quando vuole, sa esserci per davvero e questo ne è l’esempio più lampante.
- Ricominciare ancora – Arisa. La sua voce è e rimane spettacolare anche in questo pezzo che la obbliga a confrontarsi con un registro ancor più soave e sospeso del solito che mai le consente di raggiungere la pienezza del suo timbro. Testo ispirato ed azzeccatissimo per il momento, arrangiamento che guarda all’attualità dei suoni sintetici pur senza sprofondare nella banalità dal sapore reggae-estivo. In sostanza, quando Arisa canta non ce n’è per nessuno quando, poi, trova dei brani alla sua altezza (seppur non un capolavoro assoluto come altre volte ha avuto la fortuna di avere tra le mani) allora la partita non inizia proprio…
I FLOP:
- I love my radio. La tremenda iniziativa che doveva festeggiare i 45 anni delle radio libere in Italia si conclude con la coppia di Tiziano Ferro e Massimo Ranieri che, alla decima settimana, tirano fuori, forse, l’unica cover decente del lotto rifacendo ‘Perdere l’amore’. Dieci settimane da dimenticare i cui i più grandi big del nostro panorama discografico (si sono chiamati fuori solo Pausini, Ligabue e Vasco sostanzialmente) hanno rovinato degli assoluti capolavori con rarissime, e mai palesi, eccezioni.
- L’ipocrisia della musica. Abbiamo passato settimane a sentire gli artisti raccomandarsi di rimanere in casa e, poi, lamentarsi della situazione economica in cui il mondo degli addetti al settore dei live stavano sprofondando, ora che l’estate impazza nulla è più importante del proprio tormentone radiofonico da sponsorizzare. E allora via le mascherine e piovano videoclip pieni di utopistici balli di gruppo in spiaggia ma, soprattutto, fine di tutti quegli appelli che volevano salvaguardare i lavoratori… Un po’ d’ipocrisia, tocca ammetterlo, c’è stata e c’è tutt’ora.


Ilario Luisetto


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