Tutti i top ed i flop delle canzoni della 71° edizione della kermesse musicale
I TOP:
Måneskin – Zitti e buoni: Vincono meritatamente, trascinando via le critiche, con un pezzo al di sotto dei loro standard ma che comunque spiazza il palco sanremese, dimostrandosi il primo pezzo veramente rock a sollevare il leoncino. Un segnale di rinascita della musica e di spazio ai giovani.
Colapesce & Dimartino – Musica Leggerissima: Arrivati da outsider favoriti solo dalla stampa, creano una incredibile “wave” con mezza Italia che canta il loro ritornello ed imita i balletti del video. Ne sentiremo parlare a lungo e già questo è un successo.
Irama – La genesi del tuo colore: Ha le potenzialità per vincere ma viene fermato dal peggiore imprevisto possibile in questo momento (il Covid). Le sue esibizioni “in DAD” rimarranno di sicuro nella storia del Festival come un caso più unico che raro (almeno si spera).
Willie Peyote – Mai dire mai: Un testo fin troppo “popolare” che, però, divide l’Italia e fotografa un quadro storico e sociale meglio di tutti. Le sue dichiarazioni su Ermal Meta e Francesco Renga sono inoltre il segnale di una schiettezza rara in Italia.
Annalisa – Dieci: Più che per la bellissima canzone, questo Sanremo Annalisa lo ha vinto per l’eleganza, la classe e la maturità con il quale ha superato tutte le polemiche ed ha saputo zittire chi, in qualche modo, ha cercato inequivocabilmente di remarle contro.
Madame – Voce: Una sorpresa continua, oltre ad essere la rivelazione del rap italiano vince anche il premio per il miglior testo e stupisce con i suoi outfit. Un successo inatteso se si pensa alle logiche del Festival. Meno se si tiene presente quello che ha già fatto fino a qui.
Orietta Berti – Quando ti sei innamorato: Che un pezzo con uno stile così clamorosamente anni ’70 come quello di Orietta Berti possa ambire alla top 10 è magia sanremese. Le vendite di sicuro non la premieranno ma giù il cappello.
La Rappresentante di Lista – Amare: La quota indie che più si è imposta in questo programma con la voce bellissima di Veronica che supera ogni confine ed un posizionamento insperato ma meritato per un brano ricco di qualità vocale e testuale.
Noemi – Glicine: L’anno della metamorfosi, con un disco omonimo molto bello, non premiato dalla classifica ma da una qualità e da una capacità vocale che hanno pochi uguali in Italia. E’ un Sanremo di rinascita per la leonessa e bisogna dire che, effettivamente, era giunta l’ora.
I FLOP:
Lo Stato Sociale – Combat Pop: Dopo la vecchia che balla arrivano con la voglia di spaccare tutto e di rivoluzionare l’Ariston ma il loro pezzo è stanco, senza mordente e verrà dimenticato dopo poco. Bravissimi per il messaggio ai lavoratori dello spettacolo ma finisce lì.
Malika Ayane – Ti piaci così: Un pezzo che inaspettatamente non funziona. Studiato per piacere e per lasciare ricordi nelle radio e nelle persone passa indenne e rimane un imprevisto. Malika rimane vestita di classe ma è troppo più forte e brava di questa canzone.
Francesco Renga – Quando trovo te: Un pezzo unanimemente considerato tra i più brutti della carriera dell’artista. Dispiace per Francesco ma forse l’ambiente sanremese non è più il suo. Oppure, semplicemente, deve ritrovare la bussola della sua proposta musicale.
Aiello – Ora: Doveva emergere da un limbo non ancora troppo affermato come cantante fondamentale della scena indie d’oggi ed invece è diventato solo materiale per i meme. Peccato, le potenzialità potevano esserci. Brano compreso.
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