sabato, Aprile 20, 2024

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Tre canzoni per… le parole dette inutilmente

Tre canzoni per un momento di vita

Quante volte ci è capitato, nel corso delle nostre giornate e della nostra vita, di sentirci rivolte delle parole che, in realtà, non ci raccontano, che troviamo scontate o addirittura sbagliate, che ci toccano e ci feriscono o che svelano come la persona che si trova a rivolgercele non abbia, in realtà, davvero compreso chi siamo e come siamo nel nostro profondo? Sono parole che a volte riusciamo ad ignorare e che altre volte ancora, invece, ci costringono a porci delle domande e a riflettere sul perchè qualcuno ci veda in quel determinato modo che consideriamo fuorviante e fuori luogo.

Le parole hanno un peso diceva Tiziano Ferro in un suo monologo televisivo che ha fatto il giro del web lo scorso inverno. Ancor di più, le parole hanno un significato e spesso questo viene dimenticato, frainteso, sottovalutato da chi le pronuncia quasi non facendo caso al valore che queste portano con sé. Etichette, giudizi e modi di dire sempliciotti spesso nascondono ignoranza o, più semplicemente, faciloneria ma possono ugualmente far male e ferire.

“Le tue parole fanno male, sono pungenti come spine, sono taglienti come lame affilate” scriveva con profondità Cesare Cremonini nel 2005 in Le parole fanno malefacente parte dell’album ‘Maggese’. Il senso di quei versi chiari, espliciti e direzionati a sottolineare il valore delle parole hanno trovato, negli anni, un’interpretazione ancor più chiara e profonda grazie alla voce di Fiorella Mannoia che di questo brano realizzò una sua personale versione nel 2014 per l’album ‘Fiorella’. Ed è stata proprio l’interprete romana a rendere la più alta giustizia a quella verità che sottolinea come anche “due lunghe romantiche vite” possano essere “divise dalle parole” che in sé hanno il potere di spezzare anche il sentimento più alto: l’amore.

E proprio l’amore si trova destinato spesso a fare i conti con la forza sprigionata dalle parole. Amore per un’altra persona ma anche l’amore che proviamo verso noi stessi e che, in alcuni determinati momenti, si trova ad essere annullato sotto l’effetto della malvagità del giudizio, del potere corrosivo che il pensiero altrui acquista nei nostri confronti quando non disponiamo delle armi giuste per difendere la nostra libertà. Malika Ayane raccontò in Niente quella sorta di nichilismo che talvolta s’impossessa del senso della nostra esistenza di fronte a coloro che “parlano, parlano ancora e poi parlano” rendendo ogni cosa che ci avvolge priva di quel “senso che abbiamo perso” sotto i colpi invincibili di quel “silenzio assordante” che caratterizza le parole dette inutilmente in quanto prive di senso, di reale conoscenza o di meditata cognizione ma che si rivelano capaci di fare in modo che chi le pronunci possa arrivare al punto di distruggere, “così, tanto… per niente”, quel paradiso che avevamo dipinto con sacrificio.

Le parole fanno male dicevamo. Fanno male a noi ma, altrettanto spesso, fanno male alla società in cui viviamo e che è il naturale e più prossimo riflesso di quanto diciamo, pensiamo e facciamo. In questo senso, mai versi si rivelarono più azzeccate di quelle usate da Diego Calvetti per scrivere quella L’uomo e la bestia cantata con stile da Loredana Errore nel suo album ‘Pioggia di comete’ del 2012: “le parole son feroci come tigri, come petali a spirale contro vento, le parole sono sangue adesso basta, come lame di coltelli senza tempo, sono gelo che si stende nel cortile, le parole sono bugie dette con stile”.

Parole come bugie, parole come mezzi per ingannare e trarre profitto dalle situazioni che potrebbero avvantaggiare il singolo anche ai danni dell’intera comunità. Parole, dunque, che vengono amplificate e ancor più potenziate quando in mano ad “una folla che s’incazza contro tutto” non riuscendo a riconoscere la differenza che passa tra l’uomo, l’essere dotato del pensiero come la filosofia cartesiana, e la bestia irrazionale. E proprio quando non si coglie o non si sceglie di realizzare questa differenza ci si trova “in questo caos che c’è”. E c’è perchè ogni giorno assistiamo a “parole che fanno gli uomini animali, i politici più feroci dei criminali, avvocati che si spaccian per eroi” avviando quella che ha tutti i confini di “una guerra d’innocenti”. La speranza ultima? Trovare qualcuno che sia davvero “diversa” che si riveli in grado di “riconoscere che differenza c’è tra l’uomo e la bestia”.

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
Ilario Luisetto
Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.