Intervista al cantautore intervenuto a ‘Buon Compleanno Mmì’
Cantautore di talento ed indiscusso valore Francesco Tricarico è intervenuto per la prima volta a Buon Compleanno Mimì, evento giunto alla sua settima edizione e volto a ricordare, di anno in anno, la grande figura artistica ed umana di Mia Martini per mezzo di una serata in cui diversi artisti la omaggiano riproponendo i suoi brani più immortali.
Ciao Francesco, benvenuto su RecensiamoMusica. In che modo Mia Martini ha ispirato il tuo percorso e le generazioni successive?
«Credo che lei abbia avuto sempre molto coraggio, la considero una grande professionista, una grande interprete. Penso che l’ispirazione che può far nascere nei giovani è semplicemente il suo esempio, il suo essere artista e l’averlo vissuto sulla propria pelle fino ad estremizzare il suo grande dramma».
Quali sono le caratteristiche di Mimì che, secondo te, mancano di più alla musica italiana?
«Mi sembra che manchi un po’ di audacia, voglia di mettersi in gioco con l’emozione, di non sapere cosa accadrà. Oggi c’è molta testa e poco cuore, una volta la canzone era più istintiva, l’arte in generale è diventata troppo celebrale».
Con quale canzone hai scelto di omaggiarla?
«Ho scelto “Minuetto”, una canzone che lei cantava benissimo, di cui è stata un po’ musa del grande Franco Califfano. Un brano eccezionale pubblicato nel ’73, abbastanza rivoluzionario per l’epoca, in tal senso Mimì è sempre stata molto coraggiosa e, proprio per questo motivo, la stimo moltissimo».
E’ da poco uscito il tuo nuovo singolo “A Milano non c’è il mare”, un brano che si avvale della presenza di un ospite davvero speciale…
«Sì, c’è la grandissima partecipazione di Francesco De Gregori, con cui ho fatto questo bellissimo tour orchestrale, aprendo tutti i suoi ultimi concerti. Questa canzone si avvale della sue presenza in una strofa, per me è un grande onore. “A Milano non c’è il mare” racconta di una grande mancanza che, come tutte le mancanze, suggeriscono sempre idee e incentivano la creatività. La mancanza del mare è un po’ come la mancanza dell’assoluto, di una pace che è difficile da ritrovare in una grande città».
Francesco De Gregori è un punto di contatto che hai con Mimì, più volte lei ha interpretato le sue canzoni. Quali insegnamenti ti ha trasmesso attraverso questa collaborazione?
«La sua grande coerenza, l’integrità, l’etica, la disciplina e la consapevolezza del proprio ruolo, l’essere riuscito a portare avanti un discorso di canzone-poesia, fortemente legata alle immagini, che forse solo lui è riuscito a fare propria in quel modo e con grande capacità. Per me rappresenta un esempio, una persona da ammirare, per le scelte che ha preso e la bellezza che ha espresso, in tutto quello che ha fatto ha sempre messo autenticità».
Per concludere, a proposito di insegnamenti, qual è la lezione che Tricarico ha imparato dalla musica in questi anni di attività?
«Dalla musica ho imparato tanto e continuo ad imparare, più ti dedichi a lei e più lei si dedica a te, per cui ti da poi la possibilità di rappresentare la tua esistenza con l’arte, di sublimare le emozioni e trasformarle in spettacolo. La musica è questa grande possibilità di raccontare la vita e di fermarla, come una foto, per poi condividerla e questa è la cosa più bella. Ho imparato a relazionarmi con gli altri in tutti questi anni, a capire che tutto funziona quando c’è armonia, positività e complicità tra tutti. E’ un mestiere strano, lo show business è un mondo affascinante, complesso e delicato, tanto amorevole quanto eclettico, dove c’è arte ci sono prime donne, saltimbanchi, protagonisti e comparse, ma rimane un mondo meraviglioso, sempre meraviglioso».
Nico Donvito
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