Trigno e la sua “Maledetta Milano” – RECENSIONE
Analisi del nuovo inedito di Trigno, artista emergente della scuola di Amici. “Maledetta Milano” è una fotografia del capoluogo lombardo vista con gli occhi di un ragazzo qualunque
Trigno, artista emergente frutto della scuola di Amici 24, sforna il suo ultimo inedito dal titolo “Maledetta Milano”. Una perfetta fotografia della città meneghina, incastrata tra parole semplici ed un ritmo agevole ma congeniale ad un testo conciso e diretto.
Il brano è per forza di cose orecchiabile, immediato, senza troppi fronzoli e con poche pretese. Deve descrivere una Milano contemporanea con gli occhi di una gioventù talvolta spensierata, spesso incasinata. Il risultato è pienamente centrato. Per voce e metrica ricorda vagamente Olly, seppur in chiave meno matura e più agevole.
“Milano senza trucco non saresti così male. Sei bella acqua e sapone come le universitarie.
Non esagerare, che quando perdi un derby sembra un funerale. Maledetta Milano che ci lascia a piedi, quanto sei bella quanto te la meni. Ma non hai manco il mare, e ci lascia affogare dentro a sti problemi”. Un ritornello che è la perfetta descrizione di quanto detto prima. Una Milano che non ha bisogno di ghirigori, bella così com’è. Simpatico il riferimento al mare e all’affogare. Un selfie a ciò che nella città meneghina non va, ma toccandola pianissimo, senza entrare troppo nelle polemiche o nelle reali problematiche della città. Non è quello il suo scopo.
Trigno e questa “Maledetta Milano” sono un’ accoppiata perfetta. Una canzone leggera che descrive come i ragazzi di questa città la guardano, la osservano, la vivono. Una visione forse non condivisibile da chi, con una diversa maturità, la percepisce in modo differente. Ma il target di questo pezzo non sono certo loro. “Maledetta Milano” è uno specchio nel quale si vede tutto: spensieratezza ed inquietudine, libertà e prigionia, risoluzione e problemi. L’intero visto ovviamente con gli occhi di un ragazzo milanese qualunque.